SAHEL
(arabo classico Sāḥil)
Toponimo frequentemente utilizzato in Africa per indicare le pianure costiere (letteralmente 'litorale'), che conosce numerosi impieghi regionali, prevalentemente nella fascia subsahariana - come costa del deserto, dal Senegal sino al Sudan -, nell'Eritrea settentrionale e nell'intera area litoranea del Maghreb. Nell'ambito geografico di quest'ultimo, in particolare, ricorre per designare la fascia costiera algerina nei pressi di Algeri e di Orano (S. d'Algeria), la pianura costiera a N-E di Bengasi, in Cirenaica, ma soprattutto la regione litoranea della Tunisia a E della bassa steppa (S. di Tunisia o di Susa o di Sfax), compresa tra i golfi di Hammamet e di Gabès, i cui centri maggiori furono Susa, Monastir e Mahdia (Callot, 1995).Le principali fonti documentarie sul S. islamico - costituite dai testi dei geografi dei secc. 9°-11° - indicano con tale termine la fascia litoranea compresa fra i centri di Qamouda a N e Sfax a S, caratterizzata da una serie continua di villaggi e da colture di alberi da frutta, ulivi e viti, alimentate da un sistema di cisterne e di capillare distribuzione idrica. La regione del primo S. islamico - distinta dalla più interna pianura cerealicola di Kairouan - si sarebbe quindi estesa più a S di quella attualmente denominata S. di Tunisia.Il S. islamico fece parte in età romana della provincia dell'Africa proconsularis e conobbe a partire dal sec. 1° a.C. una nuova definizione del proprio territorio. Accanto al riassetto dei nuclei urbani costieri si assistette infatti a una più diffusa distribuzione degli insediamenti nell'entroterra - dimore rurali, stazioni lungo le principali vie di percorrenza e villae - che, spesso localizzati in corrispondenza delle fonti d'acqua e sempre dotati di cisterne e di opere idrauliche, definirono il paesaggio con forte dispersione degli agglomerati divenuto poi tipico della regione.Appartenuto dopo la riforma dioclezianea alla provincia della Byzacena, della quale costituiva la porzione orientale, il territorio del S. visse un periodo di fioritura economica sotto la dominazione vandala, affermatasi in Africa settentrionale dopo la pace di Cartagine del 439. In seguito, a causa dell'indebolimento del potere regio e della decadenza delle strutture difensive urbane, la regione subì la pressione delle popolazioni montane dell'Aures e della dorsale tunisina e delle tribù nomadi della Tripolitania. In questo clima di instabilità, la riaffermazione del dominio bizantino in Africa - iniziata militarmente proprio con lo sbarco nel porto di Caput Vada, nella bassa Byzacena - portò solo una limitata ripresa della vita economica del Sahel.Con la conquista islamica dell'Africa, estesasi a partire dal 27 a.E./647 anche alle regioni a E dell'Egitto, il S. nei secc. 7°-8°, sottoposto ai governatori omayyadi e abbasidi, visse un periodo di profonda instabilità politica a seguito delle rinnovate pressioni delle popolazioni berbere dell'entroterra. Solo in seguito l'Ifrīqiya - denominazione araba indicante la parte centrale del Maghreb e corrispondente all'od. Tunisia - conobbe una rinascita di quasi due secoli e mezzo con le dinastie degli Aghlabidi (v.; 800-909), dei Fatimidi (v.; 909-973) e degli Ziridi (973-metà del sec. 11°). Nonostante l'attività dei primi si sia concentrata prevalentemente nella capitale Kairouan (v.), fondata poco a O del S. nel 50 a.E./670 per opera di ῾Uqba ibn Nāfi῾, governatore della regione, si deve ai sovrani aghlabidi la costruzione di alcuni dei principali monumenti islamici del Sahel. A Susa (v.), divenuta il porto della capitale, essi edificarono la Grande moschea, il ribāṭ, la c.d. grande cisterna e la moschea Bū Fatātā mentre a Sfax sono attribuiti all'attività di questa dinastia i bastioni e la fondazione della Grande moschea (ca. 849).Tra le prime e più importanti realizzazioni urbane dei Fatimidi deve essere ricordata quella di Mahdia (v.), edificata come città palatina tra Susa e Sfax e divenuta capitale dell'Ifrīqiya nel 921, che venne abbandonata nel 948 a favore di Sabra Manṣūriyya, posta alla periferia di Kairouan.A seguito della costruzione di un ribāṭ - insediatosi probabilmente sul sito di un preesistente monastero cristiano -, Monastir (v.) conobbe ampio sviluppo monumentale soprattutto sotto la dinastia ziride, che lo scelse, dopo la fondazione di Mahdia, come luogo di sepoltura privilegiato, ordinandovi anche l'ampliamento della Grande moschea.Alla metà del sec. 11°, la conquista da parte della tribù dei Banū Hilāl determinò il declino improvviso del S. e dell'intera Ifrīqiya, mentre, in seguito al saccheggio di Kairouan, parte della popolazione trovò rifugio proprio lungo la fascia costiera, nelle rovine di Mahdia e nei conventi fortificati che il carattere di fondazione religiosa aveva salvato dalla distruzione.
Bibl.:
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