Comune della prov. di Cuneo (75,8 km2 con 16.669 ab. nel 2008). La cittadina è posta a 340 m s.l.m., ai piedi dei colli tra il Po e il torrente Varaita. Industria meccanica, alimentare e dell’editoria. Artigianato per la lavorazione del legno e di oggetti di ferro battuto e rame.
Ricordata dal 1028, fece parte del dominio degli Arduinici, fino ad Adelaide moglie di Oddone di Savoia. Occupata da Bonifacio del Vasto (1091), alla sua morte (1135) suo figlio Manfredo I ne fece la capitale del nuovo marchesato, detto appunto di Saluzzo. Il Comune ottenne le prime franchigie nel 1299 dal marchese Manfredo IV. Assediata nel 1341, la città fu saccheggiata dai soldati del re Roberto di Napoli, del principe Giacomo d’Acaia e del pretendente Manfredo di Cardé. Alla fine del 15° sec., sotto il marchese Ludovico II, conobbe un periodo di ricca vita economica e culturale. Assediata nuovamente nel 1487 dal duca Carlo I di Savoia, subì un nuovo saccheggio da parte di Lelio Guasco vescovo di Alessandria. Sede vescovile dal 1511, nel 1548 passò sotto la Francia e nel 1601, con il Trattato di Lione, fu ceduta, con il marchesato, da Enrico IV a Carlo Emanuele I duca di Savoia. Durante il periodo francese fece parte del dipartimento della Stura e, con la Restaurazione, tornò definitivamente ai Savoia.
Marchesato di S. La sua storia ha inizio con Manfredo (m. 1175), figlio di Bonifacio del Vasto ed erede di alcuni domini paterni situati fra il Po, le Alpi e la Stura. Poco per volta Manfredo stabilì la sua autorità su un territorio unificato pur mantenendo ancora il titolo di marchese del Vasto. Il primo marchese di S. fu suo figlio Manfredo II (1175-1215). Manfredo III (1215-44) apparve già parzialmente vassallo dei Savoia. Tommaso I (1244-96) annetté allo Stato il Comune e il distretto di Cuneo e la valle della Stura, rendendo il marchesato un insieme abbastanza compatto, comprendente le valli della Stura, della Mellea, della Maira e del Po, nonché il piano digradante dalle Alpi Cozie e incuneantesi in mezzo ai domini sabaudi fino a Carmagnola. Il marchesato ebbe una vita molto travagliata sotto Manfredo IV (1296-1334), Federico I (1334-36) e Tommaso II (1336-57), sia per assalti dall’esterno sia per le discordie interne suscitate dall’ambizione di Manfredo di Cardé, figlio di Manfredo IV. Minacciato dagli Stati sabaudi e dalla Francia, il marchesato dovette volta a volta appoggiarsi a una delle potenze vicine contro l’altra, traendo partito dalle contese tra di esse. Sotto Tommaso III (1396-1416) conobbe un periodo di fioritura culturale; il successore Ludovico I (1416-75) ottenne dal duca di Savoia la luogotenenza del ducato (1444) e dal re di Francia gli fu offerto il governo di Genova (1458). Ludovico II (1475-1504), aspirando alla successione nel Monferrato, si trovò in lotta con Carlo I di Savoia, che nel 1487 occupò S. e gran parte del marchesato; per la sua morte, Ludovico rientrò in possesso del suo Stato.
Nel 16° sec., perdute Cuneo e la valle dello Stura (passate ai Savoia) e altre terre (passate ai principi d’Acaia), il marchesato di S. era ridotto alle valli del Po, della Varaita, della Maira, del Grana e del Bronda. Subì le conseguenze delle sconfitte francesi in Italia (1513; 1522; 1523) a causa della politica d’amicizia verso la Francia di Michele Antonio (1504-28), poi, inserendosi nella contesa tra i figli di Ludovico II, Francesco e Giovanni Ludovico, Francesco I di Francia ottenne che fosse a lui devoluto come delfino di Vienne. L’autorità marchionale continuò a essere concessa ai figli di Ludovico II fino al 1548, quando i Comuni del marchesato convocati dai sindaci di S. in Parlamento deliberarono di invitare Enrico II re di Francia a sottomettere alla sua signoria il marchesato, che l’anno seguente fu riunito al Delfinato. Nel 1588 Carlo Emanuele I di Savoia occupò il territorio; falliti i due tentativi compiuti dal duca di Lesdiguières (1592 e 1594) per riconquistarlo alla Francia, nella Pace di Vervins (1598) si convenne che il duca di Savoia continuasse a occuparlo fino al regolamento della questione, demandato all’arbitrato del pontefice. La vertenza invece fu poi definita dalla Pace di Lione (1601), per la quale il duca di Savoia, cedendo alla Francia la Bresse, il Bugey, il paese di Gex e il Valromey, otteneva il marchesato di Saluzzo.