ALAGON, Salvatore
Figlio di Artaldo, signore di Sostago e di Peña (Aragona), e di Benedetta Cubello, seguì le sorti del fratello Leonardo, appena questi ereditò dalla madre il marchesato di Oristano. Sposò Isabella di Besora, dalla quale ebbe due figli: Giacomo, che visse quasi sempre in Spagna, e Pietro, che, scoppiata la guerra tra iSardi, capeggiati da Leonardo, e gli Aragonesi, parteggiò per questi ultimi, schierandosi contro il padre e lo zio. Il re d'Aragona, Giovanni II, con una lettera del 6 marzo 1471 tentò di corrompere l'A., perché tradisse Leonardo e perché desse, in cambio della concessione regia della contea del Goceano in Sardegna, il suo appoggio agli armati aragonesi. Ma il tentativo non gli riuscì e l'A. non soltanto occupò con le schiere sarde le ville della Marmilla di Guspini e Tuili (29 giugno 1477), ma prese parte anche alla battaglia di Macomer (19 maggio 1478). Vinti i Sardi, l'A. fu fatto prigioniero insieme col fratello e i nipoti; tramutatagli poi la pena di morte, che gli era stata inflitta per tradimento, in quella dell'esilio, fu condotto prigioniero nel castello di Játiva in Valenza. Nel 1480 ottenne la restituzione dei beni, che gli erano stati confiscati, e l'11 marzo 1481 il permesso di ricevere le visite della moglie, Isabella. Nel luglio del 1490 riacquistò la libertà e nell'ottobre del 1493 fu dichiarato innocente.
Gli fu però vietato, pena la morte, di recarsi in Sardegna. Morì in Spagna pochi anni dopo.
Fonti e Bibl.: P. Tola, Codex diplomaticus Sardiniae, II, Augustae Taurinorum 1868, testo pp. 20 s., docc. pp. 79 s., 82, 90 5., 94 s., 103 5., 125-129, 133-136, 138 s.; Id. Diz. biogr. degli uomini illustri di Sardegna, I, Torino 1837, p. 62; D. Scano, Serie cronologica dei giudici sardi, in Archivio storico sardo, XXI (1939), pp. 86 s.