(russo Samoedy) Popolazione stanziata nella tundra occidentale, dal fiume Peciora in Europa, fino al Chatanga, in Siberia. Sono divisi in 4 gruppi: i Nenci (Nenec), i Tavgijcy (Nganasan), gli Enci (Ènec) e gli Sel´kupy (Selcupi). L’economia dei S., in passato basata sull’allevamento della renna, va gradualmente modernizzandosi; mutano quindi i ritmi del nomadismo tradizionale. Abitazione tipica era il ciùm, capanna conica coperta di pelli; l’alimentazione, prevalentemente carnea, era fornita dalla caccia; il vestiario era generalmente composto di pelli e pellicce. Slitte tirate dalle renne, e anticamente dai cani, e pattini da neve facilitavano gli spostamenti dietro le mandrie di renne. La struttura sociale dei S. prima della Rivoluzione si basava sui clan patrilineari, raccolti in fratrie.
Il gruppo linguistico samoiedo comprende lingue appartenenti alla famiglia uralica che denotano un’originaria unità, affievolitasi nel tempo. Il samoiedo si articola in numerosi idiomi, in parte estinti e in parte in via di estinzione, parlati in una vastissima area della Siberia. Cane samoiedo Razza di cani da guardia, usati nelle regioni artiche anche come cani da slitta, di media statura, con mantello folto e spesso, di colore bianco, crema o arancione.