Uomo politico cambogiano (n. Svay Rieng 1931). Capo dello stato dal 1976 al 1979 e dal 1985 presidente dei Khmer rossi, cui si era unito già nel 1967, li guidò nei negoziati di pace conclusisi nel 1991, ma l'anno seguente si oppose nuovamente al governo ufficiale, arrendendosi solo nel 1998.
Membro della Comunità socialista popolare, partito guidato da N. Sihanouk, con cui venne eletto all'Assemblea nazionale (1962), si unì successivamente ai Khmer rossi nel 1967. Dopo il colpo di stato di Lon Nol (1970), fu ministro della Difesa del governo in esilio costituito da Sihanouk e dai Khmer rossi, conosciuto come Governo reale di unione nazionale della Cambogia (GRUNC). Dopo l'avvento dei Khmer rossi al potere (1975) e l'allontanamento di Sihanouk (1976), Kh. venne eletto presidente del Presidium di stato (capo dello stato), mantenendo tale carica fino all'invasione vietnamita del gennaio 1979. La sua vicinanza a P. Pot gli permise di sopravvivere alle purghe che caratterizzarono questo periodo. Con la caduta dei Khmer rossi, Kh. rimase in carica come capo dello stato e primo ministro del governo in esilio, che manteneva comunque il formale riconoscimento internazionale. Nel 1982 firmò un accordo con gli altri movimenti antivietnamiti, partecipando al nuovo governo con le cariche di vicepresidente e ministro degli Esteri. Presidente dei Khmer rossi dal 1985 (e successore di fatto di P. Pot), li guidò nei negoziati di pace conclusisi nell'ottobre 1991. L'anno successivo riprese, tuttavia, a combattere e boicottò le elezioni per l'assemblea costituente del maggio del 1993. Dopo l'imprigionamento (1997) e la morte di P. Pot (aprile 1998), Kh. si arrese nel dicembre dello stesso anno al governo cambogiano.