Stato dell’Asia sud-orientale, nella penisola indocinese, confinante a O e a N con la Thailandia, a N con il Laos, a E e SE con il Vietnam; a SO si affaccia sul Golfo di Thailandia.
Il territorio è occupato dal bassopiano alluvionale costruito dal Mekong e dai suoi affluenti, principale dei quali è il Tonle Sap; ai suoi margini si innalzano frammenti dell’antico zoccolo indocinese, di formazione paleozoica, per lo più a struttura tabulare (Monti Dangrek, 663 m, a N; Monti Cardamomi, 1813 m, a SO; estreme propaggini della catena dell’Annam, 1200 m, a E). I rilievi, in particolare quelli sud-occidentali, influenzano il clima, trattenendo buona parte dell’umidità delle masse d’aria monsoniche che scaricano sui Cardamomi fino a 5000 mm di pioggia (maggio-ottobre), mentre nelle regioni interne le precipitazioni non superano i 1500 mm annui. Le temperature medie si aggirano intorno ai 27 °C, con escursioni limitatissime, salvo in alcuni tratti costieri (Kompong Som: 5-6 °C fra gennaio e luglio). Ne deriva una copertura vegetale in prevalenza costituita dalla foresta tropicale, cui subentra la foresta pluviale nelle zone montuose esterne, quest’ultima fortemente degradata, tuttavia, dal debbio e soprattutto dal taglio industriale. Aree paludose permangono nella conca centrale. Formidabili sono le piene del Mekong, che quadruplica le portate rispetto al periodo di magra (fino a 60.000 m3/s in ottobre) inondando l’intera pianura, nonostante che il bacino del Tonle Sap riceva parte delle acque eccedenti, per cui la superficie dell’omonimo lago (poche centinaia di chilometri quadrati nella stagione asciutta) arriva fino a 10.000 km2. I terreni più fertili sono quelli alluvionali centrali, mentre la più accentuata stagionalità favorisce i processi di laterizzazione negli altopiani settentrionali.
La popolazione è relativamente omogenea, essendo costituita per circa l’85% da Khmer, discendenti da invasori sinotibetani che respinsero sugli altopiani periferici gli originari gruppi indocinesi (Mon), mentre i Cham delle pianure orientali derivano da genti espulse dal Vietnam intorno al 15° sec.; consistenti le minoranze cinesi. Questa struttura, e ancor più la dinamica demografica e l’assetto distributivo, sono stati pesantemente alterati dalle vicende politico-militari dell’ultimo trentennio del 20° sec., che avrebbero fra l’altro portato alla morte di circa 1,7 milioni di cambogiani. I tradizionali caratteri di spiccata ruralità della popolazione furono esasperati dalla politica antiurbana condotta con durezza dai Khmer rossi, i quali hanno anche di fatto annientato il sistema educativo e i pochi altri elementi di organizzazione moderna del paese. Il livello economico e sociale della popolazione è, per tutto questo, piuttosto basso: il reddito per persona (a parità di potere d’acquisto) è di circa 2000 dollari (2007), gli analfabeti sono circa un quarto della popolazione adulta. Gli aiuti internazionali e un tasso di crescita relativamente contenuto (1,8%, stima 2006; ma la velocità di crescita era stata molto maggiore nel quindicennio precedente) stanno lentamente inducendo una ripresa di condizioni più positive, che si rispecchiano anche in una rapida risalita della speranza di vita, pur sempre modesta (intorno ai 60 anni). Le forme tradizionali di organizzazione agricola, in villaggi dispersi nella pianura in corrispondenza di piccole alture o degli argini fluviali, e solo in parte raggruppati lungo le vie di comunicazione, sono tuttavia in declino, data anche l’insicurezza di fatto di vaste regioni rurali, ancora disseminate di mine anti-uomo. Il ritorno alle città, dopo lo svuotamento forzato della capitale a opera dei Khmer rossi, è avvenuto in condizioni di eccessiva spontaneità e, benché la popolazione urbana non raggiunga il 20% del totale, l’addensamento nella capitale provoca serie difficoltà di gestione.
Lingua ufficiale è il khmer, ma è d’uso comune il francese. Religione tradizionale è il buddhismo.
Il paese è privo di risorse minerarie; ha buona disponibilità di terreni agricoli e di foreste (gravemente intaccate) e, soprattutto, di acque correnti che consentirebbero un’ingente produzione idroelettrica (attualmente, la produzione annua di fonte idrica è di appena 40 mil. di kWh). Circa un terzo della manodopera è impiegato nell’agricoltura, per la quale la Cambogia dal 2000 ha recuperato l’autosufficienza alimentare (riso), mentre le colture commerciali (arachidi, banane, iuta, cotone, tabacco, caucciù) poco incidono sul bilancio del paese. Discreta la dotazione zootecnica, notevole il prodotto della pesca nelle acque interne. Le pratiche agricole correnti sono quelle tradizionali, con scarsi investimenti sul piano infrastrutturale (irrigazione, regimazione delle acque). Le campagne sono soggette alle stagionali esondazioni dei fiumi che, per quanto apportino nutrienti in forma di limo e consentano in certe regioni di moltiplicare i raccolti, sembrano intralciare un’organizzazione più produttiva dell’attività. La struttura industriale è debole (tessile, chimica, metalmeccanica), ma il bassissimo costo della manodopera attira investimenti e delocalizzazioni: la confezione di capi di abbigliamento è la prima attività per reddito prodotto. Dall’inizio del secolo l’economia della Cambogia procede a ritmi di crescita regolarmente superiori al 5% annuo; ovviamente, considerando il quasi nullo livello iniziale, si tratta di incrementi che hanno piccole dimensioni assolute. La seconda fonte di introiti è il turismo (diretto quasi solo ad Angkor e nella capitale), in crescita, con circa 1 milione di ingressi (2004). Il sistema delle comunicazioni è povero: 612 km di ferrovie e 12.300 km di strade asfaltate; le vie navigabili assommano a 3700 km. Porti a Kompong Som (marittimo) e Pnom Penh (fluviale); aeroporti principali: Pnom Penh, Siem Reap, Battambang, Kompong Cham.
L’antica civiltà Khmer (➔) ebbe il suo periodo di massimo splendore fra il 10° e il 13° sec., quando l’impero di Angkor giunse a controllare gran parte dell’Indocina. La decadenza e le lotte dinastiche dei secoli successivi portarono a un drastico ridimensionamento e a una crescente subordinazione del regno all’egemonia siamese e vietnamita, che perdurò fino all’avvento del protettorato francese (1863), seguito dall’inserimento della Cambogia nell’Indocina Francese. Il mantenimento di un’autorità, sia pure esclusivamente cerimoniale, per la dinastia regnante contribuì a impedire la nascita di un movimento nazionalista nel paese e soltanto le vicende connesse con l’occupazione giapponese (1941-45) dell’Indocina posero le premesse per una graduale uscita della Cambogia dal regime coloniale.
Sotto la guida di Norodom Sihanouk (re dal 1941) la Cambogia ottenne l’indipendenza (1954) e il totale controllo sulla vita politica del paese passò al movimento politico Comunità socialista popolare, costituito da Sihanouk. Il regime si ispirava a una sorta di ‘socialismo buddhista’, fortemente legato alla tradizione. Sul piano internazionale, Sihanouk perseguì una politica di non allineamento, cercando soprattutto di mantenere il paese al di fuori del conflitto vietnamita. Nel corso degli anni 1960 si deteriorarono i rapporti con gli USA (fino alla rottura delle relazioni diplomatiche) e si verificò una crescita dell’influenza comunista tra le masse contadine che, a partire dal 1967-68, sfociò nello sviluppo di un movimento di guerriglia nelle campagne (Khmer rossi). Deposto da un colpo di Stato di destra, capeggiato dal generale Lon Nol (1970), Sihanouk si rifugiò in Cina, dove formò, insieme ai Khmer rossi, un Fronte unito nazionale della Cambogia (FUNC).
Dopo cinque anni di guerra condotta con l’appoggio di nordvietnamiti e vietcong, nel 1975 i Khmer rossi si impadronirono del potere e il loro leader, Pol Pot, divenne primo ministro. La disastrosa situazione ereditata dalla guerra, le drastiche misure adottate dal nuovo governo nel tentativo di farvi fronte (in particolare, il trasferimento forzato della maggior parte della popolazione urbana nelle campagne) e la feroce repressione provocarono un enorme numero di vittime. Contemporaneamente si deteriorarono i rapporti tra il movimento comunista vietnamita e Pol Pot, che temeva una nuova egemonia vietnamita. Cina e URSS esercitavano la loro influenza sulla regione appoggiando rispettivamente la Cambogia e il Vietnam, finché l’invasione massiccia della Cambogia da parte delle truppe di Hanoi portò al rovesciamento del governo di Pol Pot (1979) e alla proclamazione della Repubblica popolare di Cambogia.
Alla dominazione vietnamita i Khmer rossi reagirono con la creazione di un Governo di coalizione in esilio della Cambogia democratica, con Sihanouk presidente, dando vita a un’intensa attività di guerriglia. A partire dal 1986, tuttavia, il miglioramento dei rapporti fra Cina, URSS e USA favorì un graduale processo di distensione e un progressivo disimpegno vietnamita dalla Cambogia, culminato nel 1990 con il ritiro delle truppe vietnamite di Hanoi e con la formazione (1991) di un Consiglio nazionale supremo, formato dai rappresentanti delle diverse fazioni e presieduto da Sihanouk. Le elezioni del 1993 furono vinte di misura dal Fronte unito nazionale per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperante (FUNCINPEC), espressione dei seguaci di Sihanouk, il quale salì nuovamente al trono subito dopo l’approvazione di una nuova Costituzione che trasformava la Cambogia in una monarchia costituzionale. Negli anni 1990 e nei primi del decennio successivo si sono susseguiti una serie di governi di coalizione formati dalle due forze principali: FUNCINPEC e PPC (Partito popolare cambogiano). Nel 2003 il governo cambogiano e i rappresentanti delle Nazioni Unite si sono accordati per creare un tribunale congiunto per mettere sotto processo i leader del regime di Pol Pot. Nel 2004 Sihanouk ha lasciato il trono al figlio Norodom Sihamoni.
In seguito alle elezioni del 2003, Hun Sen - che dopo le consultazioni del 1993 aveva diviso il potere esecutivo con Sihanouk e nel 1997 aveva assunto con la forza il controllo del Paese, vincendo le successive elezioni del 1998 - è diventato primo ministro a capo di un governo di coalizione, incarico confermatogli dopo il successo del suo partito, il PPC, alle elezioni del 2008, alle quali ha conquistato 90 seggi su 123 alla camera bassa del parlamento. Alle elezioni legislative tenutesi nel luglio 2013 il PPC si è autoproclamato vincitore, sostenendo di aver raggiunto la maggioranza assoluta ottenendo 68 seggi contro i 55 aggiudicatasi dalla principale forza politica di opposizione, il Partito di soccorso nazionale (PRNC), il quale ha respinto tali risultati e chiesto indagini per accertare eventuali irregolarità. Nel luglio 2014 i due partiti hanno trovato un accordo basato su un processo di riforme. Dopo lo scioglimento nel novembre 2017 del PRNC, alle elezioni per il rinnovo del Senato tenutesi nel febbraio 2018 il PPC ha prevedibilmente ottenuto una netta vittoria, aggiudicandosi 58 seggi su 62 della Camera alta del Paese; stesso risultato alle consultazioni svoltesi nel luglio 2018, alle quali il PPC ha vinto tutti i 125 seggi del Parlamento e Hun Sen è stato riconfermato per il sesto mandato da premier. Dopo le elezioni politiche del luglio 2023, alle quali ha ottenuto un'altra prevedibile vittoria, l'uomo politico - al potere dal 1985 - ha rassegnato le dimissioni in favore del figlio Hun Manet.
Il sito di Laang Spean (valle dello Stung Sangker) fu frequentato da gruppi di cacciatori-raccoglitori circa 9000 anni fa. I primi gruppi di coltivatori si stabilirono in Cambogia a partire dal 2300 a.C.; di questo periodo il principale sito abitativo e funerario è Samrong Sen (sulle rive del Chinit). I ritrovamenti di bracciali e grani in pietra di collane mostrano affinità con quelli rinvenuti nel bacino del Mekong, così come i reperti fittili trovano riscontro in quelli thailandesi e vietnamiti. Per l’età del Ferro è importante il sito di O Pie Can, i cui ritrovamenti, mostrano affinità con quelli vietnamiti della cultura Go Mun. A Phum Snay è stata rinvenuta una sepoltura integra di un bambino, con un corredo di numerosi vasi fittili, e ai piedi del cadavere una serie di 6 bracciali d’avorio per ciascun braccio. Tra il 3000 e il 1000 a.C. si sviluppò un tipo di insediamento neolitico, noto come ‘villaggio circolare’. All’età del Ferro appartiene il sito di Angkor Borei, da identificare forse con la capitale di uno Stato tra i fiumi Mekong e Bassac che fiorì tra il 150 e il 550 d.C., e che i Cinesi chiamavano Funan.
Per le arti e l’architettura fino al 19° sec. ➔ Khmer.
Dopo il 1863 l’architettura in Cambogia si aprì all’influenza occidentale e in particolare francese, soprattutto nella pianificazione urbana della nuova capitale Phnom Penh. L’uso del legno come materiale edilizio fu progressivamente affiancato da quello della muratura, seppure entro tipologie tradizionali (monastero Vat Botum Vodei, 1868-74; Pagoda d’Argento, 1902; palazzo reale, 1907-19, rest. 1991), mentre si sviluppò uno stile coloniale francese. Ambiziose costruzioni di tipo europeo degli anni 1930 sono l’Hôtel Royal, il mercato centrale e la stazione, mentre esempi di architettura in stile tradizionale sono il Museo nazionale (G. Groslier, 1917-20) e l’Istituto buddhista (1930).
Nella seconda metà del 20° sec. l’architettura in Cambogia è stata dominata dalla personalità di V. Molyvann, formatosi in Francia, che cerca un legame tra linguaggi contemporanei e antica tradizione khmer (Phnom Penh: Monumento all’Indipendenza; la sala Chakdomukh e il palazzo di Stato; complesso sportivo e stadio olimpico; teatro municipale; Sihanoukville: fabbrica di birra); lasciata la Cambogia nel 1971 vi tornò nel 1991, proseguendo nell’impegno per un rilancio dell’architettura e una valorizzazione del patrimonio monumentale. Si ricorda inoltre l’attività L. Ban Hap e O. Sadam.
La produzione artistica tra il 19° e il 20° sec. ha visto una certa vivacità, seppure nell’ambito di convenzioni stilistiche e iconografiche tradizionali. Oltre ad alcune opere di matrice europea, in parte distrutte (statua di re Sisowath, 1920), l’influenza coloniale sulle arti non è apparsa determinante. Dopo l’indipendenza, accanto a una nuova attenzione per l’arte moderna si evidenzia la tendenza verso una produzione di tipo realista. Negli anni 1980 e 1990 sono emerse alcune personalità, che coniugano la cultura khmer con riferimenti all’arte occidentale, oltre ad artisti stabilitisi all’estero, come M. Ky, i pittori P. Chan Than, S. Vannara, L. Sophea, o L. Seckon, P. Sopheap, L. Saphan, che usano una varietà di media, dalla pittura alla scultura, dal cucito al collage, alla fotografia.
Spettacolo tipico cambogiano è il Nang Shek, teatro delle ombre, realizzato con grandi figure intagliate nel cuoio, animate da danzatori e proiettate su uno schermo. Il canto di un narratore e un’orchestra di percussioni intonate accompagnano e commentano la storia rappresentata, di solito tratta dal poema epico indiano Rāmāyāṇa. Per quanto riguarda la musica strumentale, esistono diversi tipi di complessi, tra cui: il pin peat, composto da xilofoni, carillon di gong, oboi, flauti e tamburi, e il mahori, in cui a una base di xilofoni si associano strumenti a corde di vario tipo.
Approfondimento:
Extraordinary Chambers in Cambogia e repressione dei crimini internazionali di Rosita Forastiero