Vasta penisola del Sud-Est asiatico (quasi 2 milioni di km2), chiamata anche, meno propriamente, India Posteriore. Con l’Indonesia s’interpone tra l’Oceano Indiano e il Pacifico formando un gigantesco ponte tra la parte continentale dell’Asia e l’Australia. Suoi caratteri salienti sono: la frammentarietà del rilievo; il contrasto tra il nucleo, che si salda al resto del continente, e la parte peninsulare, che nella Penisola di Malacca si restringe a pochi chilometri in corrispondenza dell’Istmo di Kra; la presenza di alcune pianure alluvionali favorevoli alle colture e l’esistenza di zone di rifugio nei monti più isolati; il sovrapporsi di popoli venuti da N in ondate successive, che ha creato un confuso miscuglio etnico; la suddivisione in più Stati (Cambogia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam).
L’ossatura del rilievo è costituita dalla Catena Centrale, che ha inizio nello Yunnan, attraversa la Penisola di Malacca e continua nelle Isole della Sonda; è composta da più dorsali disposte a quinte. A O si svolge parallela la catena dei Monti Arakan, che le isole Nicobare e Andamane collegano a Sumatra, a E la catena dell’Annam. Notevole è il contrasto morfologico tra gli altipiani dell’interno e le parti periferiche caratterizzate da valli anguste e gole incassate. L’I. è attraversata da tre lunghi fiumi, Irrawaddy, Chao Phraya e Mekong, diretti da N a S. Nel corso montano traversano gole molto incassate, che rendono difficili le comunicazioni da O a E e viceversa, offrendo invece vie naturali di traffico con la Cina. Il clima ha caratteri tropicali, tanto più spiccati quanto più ci si sposta verso S. Predomina la circolazione monsonica. A S le piogge sono continue nel corso dell’anno (clima equatoriale), a N l’anno risulta nettamente diviso in un periodo piovoso (da maggio a novembre) e in un periodo asciutto. Anche la vegetazione e la fauna hanno caratteristiche tropicali.
Lo spezzettamento etnico dell’I. è la risultante della sovrapposizione e della fusione di immigrazioni di popoli diversi. I più antichi abitatori sembrano essere stati i Cham, un tempo costituiti in uno Stato potente (Champa), e il gruppo dei Mon-Khmer, distribuiti in tutta l’Indocina. Le civiltà Cham e Mon-Khmer, influenzate da quella indiana, cedettero sotto i colpi di popoli indocinesi e degli Annamiti. I primi Indocinesi in senso proprio appartenevano al ramo tibeto-birmano; un altro ramo è costituito dai Sinosiamesi e comprende i Karen e i Taungthu (Myanmar), gruppi più antichi, e i Thai. L’invasione dei Thai, dalla Cina di SO, ebbe notevoli conseguenze, perché questi avevano raggiunto già nelle loro terre di origine un elevato grado di civiltà caratterizzata dall’agricoltura all’aratro e dall’irrigazione artificiale; essi, con gli affini Lao, costituiscono l’odierna popolazione della Thailandia. Gli Annamiti, giunti ultimi, sembra provengano da un ceppo assai vicino ai Thai. Originari della pianura deltizia del Song Coi (Fiume Rosso), essi discesero al Sud invadendo lo Stato dei Cham che riuscirono, dopo aspre, secolari lotte, a distruggere nel 15° sec.; poi conquistarono (1690 ca.) la Cocincina, e si rivolsero contro gli Khmer della Cambogia.
Al gruppo delle lingue indocinesi si attribuisce la maggior parte degli idiomi dell’Asia sud-orientale. Le caratteristiche su cui si basa l’ipotesi di un’unità originaria, quindi la tesi di un gruppo di famiglie, sono la tendenza al monosillabismo e alla riduzione della morfologia, la presenza di toni musicali che influiscono sul vocalismo e consonantismo.
Il gruppo occidentale o tibeto-birmano comprende varietà dialettali parlate su un’area estesa dal Tibet alla Birmania, al Baltistan e alla provincia cinese di Yunnan e si divide in sette sottogruppi: tibeto-himalaiano; dell’Assam settentrionale; bodo; nāgā; kachin; kuki-chin; birmano. In queste lingue la categoria del genere è sconosciuta e quella del numero inusitata; il plurale si esprime aggiungendo al nome numerali o aggettivi; i rapporti causali sono indicati solo raramente con affissi o per lo più con posposizioni.
Il gruppo orientale, o sino-siamese, si divide in tre sottogruppi: thai, karen e cinese. La più spiccata caratteristica è il sillabismo assoluto. Il sottogruppo thai comprende il thai o siamese e vari dialetti affini. Il sottogruppo karen include tre dialetti parlati dai Karen del Siam, del Pegu e della Birmania settentrionale; il sottogruppo cinese comprende il cinese, lingua letteraria di grande antichità parlata, in numerose varietà dialettali, in Cina, in parte della Manciuria, della Mongolia e Corea.
Il gruppo settentrionale, o ienisseiano, è ridotto a un modesto residuo.
L’I. fu conosciuta in Europa per le notizie datene da Marco Polo (13° sec.), da Niccolò dei Conti (prima metà del 15° sec.), dai navigatori portoghesi, e infine dai missionari, soprattutto gesuiti, che la visitarono e la illustrarono. Nel 17° sec. vi ebbe notevole sviluppo la penetrazione francese, voluta da J.-B. Colbert, sotto i cui auspici sorse la Société des missions étrangères. Nel 1787 il re della Cocincina stipulò un patto con la Francia che, in cambio di privilegi commerciali e cessioni territoriali, concesse aiuti militari e finanziari. Nel secolo successivo la Francia riprese la penetrazione nel territorio e ottenne il protettorato della Cambogia (1860), e poi del Tonchino e dell’Annam (1885). Nel 1887 era creata l’I. Francese che amministrava Cocincina, Cambogia, Annam e Tonchino, a cui nel 1893 si unì il protettorato del Laos.
Il crollo della Francia nella Seconda guerra mondiale ebbe ripercussioni decisive anche nell’I. Francese, che nel 1941 fu occupata dal Giappone, pur rimanendo formalmente sotto la sovranità francese espressa dal regime di Vichy fino al 1945, quando il Giappone proclamò l’indipendenza della nuova unità politica denominata da allora Vietnam, con Bao Dai imperatore. Il crollo giapponese determinò di riflesso il caos politico ed economico della penisola. Dopo l’abdicazione di Bao Dai (26 agosto 1945), il Viet-minh, la Lega per l’indipendenza del Vietnam guidata da Ho Chi-minh che aveva fino allora combattuto contro le forze giapponesi di occupazione e l’amministrazione francese, occupata Hanoi, proclamò la Repubblica indipendente del Vietnam.
La Conferenza di Potsdam (luglio 1945) aveva deciso l’occupazione dell’I. da parte delle truppe cinesi al Nord e di quelle britanniche al Sud, con una divisione al 16° parallelo. Dopo che gli Inglesi si furono ritirati, restituendo i territori ai Francesi questi, riconquistata Saigon, nel febbraio 1946 rioccuparono in gran parte l’Annam meridionale e la Cocincina, mentre il Viet-minh resisteva a N. Il 6 marzo 1946 un patto tra Ho Chi-minh e la Francia sancì il riconoscimento dello Stato libero del Vietnam nell’ambito della Federazione indocinese, inquadrata nell’Unione Francese (istituita nel 1946 come evoluzione dell’impero coloniale). Ma l’accordo si rivelò inoperante e la sostituzione delle truppe cinesi di Jiang Jieshi con quelle francesi a N del 16° parallelo (ai termini del trattato del 6 marzo) fu seguita da un’intensificata lotta partigiana e sul piano diplomatico dall’irrigidimento di Ho Chi-minh che portò al fallimento delle trattative franco-vietnamite a Dalat e a Fontainebleau. Nel novembre 1946 la cruenta repressione del moto popolare suscitato dal tentativo francese d’imporre nel porto di Haiphong pesanti misure doganali diede inizio alla guerra aperta. Mentre Ho Chi-minh tentava di realizzare una politica di unione nazionale, nel 1948 la Francia riconobbe l’indipendenza del Vietnam (Annam, Tonchino e Cocincina), con a capo Bao Dai, che s’impegnò ad aderire all’Unione Francese, della quale facevano già parte anche Laos e Cambogia.
La guerra s’inseriva nel più vasto conflitto in atto in Estremo Oriente, divenendo problema diplomatico di rilievo internazionale. Mentre gli USA intervenivano nella questione dell’I. Francese dichiarando il loro interesse al mantenimento dello status quo in quel settore, la Repubblica democratica del Vietnam fu ufficialmente riconosciuta dall’Unione Sovietica e dagli altri Stati comunisti. La guerra conobbe una svolta importante dopo la vittoria di Mao Zedong in Cina: il Viet-minh dispose allora dei rinforzi materiali e tecnici oltre che dell’URSS, anche della Repubblica popolare di Cina, mentre l’onere finanziario richiesto alla Francia dalla sua politica indocinese era enorme. L’esercito del Viet-minh riportò nel 1952 decisivi successi; la richiesta francese di un intervento anglo-americano diretto fu respinta per evitare analoga iniziativa cinese.
Una nuova offensiva militare, sferrata dopo l’armistizio in Corea (giugno 1953), si concluse vittoriosamente (maggio 1954) intorno al campo trincerato di Dien bien phu. Seguì la Conferenza di Ginevra per l’I. Francese: l’accordo per l’armistizio sancì la spartizione del Vietnam lungo il 17° parallelo, con la parte settentrionale sotto il controllo del regime comunista del Viet-minh e a S della linea di demarcazione le truppe francesi e quelle dello Stato del Vietnam; elezioni entro il luglio 1956 nelle due parti per giungere a un governo unificato; riconoscimento dell’indipendenza e integrità della Cambogia e del Laos. Le elezioni per la riunificazione del paese non furono mai convocate; nel Vietnam del Sud fu proclamata la Repubblica e nel 1956 le truppe francesi furono ritirate.