Stato insulare dell’Asia sud-orientale, situato all’estremità meridionale della Penisola di Malacca, tra lo Stretto di Malacca e il Mar Cinese Meridionale. Comprende 59 isolotti minori (di cui 20 non abitati) e l’isola omonima (581 km2), collegata alla penisola malese, sullo Stretto di Johor, da viadotto stradale e ferroviario.
Sotto il profilo altimetrico l’isola è prevalentemente pianeggiante, con una serie di alture centrali granitiche dalle quote modeste (la più alta è Bukit Timah, 175 m). Il porto di S. si apre, a S, sull’unico tratto roccioso di costa. L’isola, posta a circa 1° di latitudine N, è soggetta a clima equatoriale con temperature medie annue elevate e costanti (24- 31 °C) e notevoli precipitazioni (oltre 2400 mm). La vegetazione corrispondente alla tipologia climatica è stata sostituita dalle coltivazioni e dal continuo allargamento dell’insediamento urbano di S. e l’originaria foresta equatoriale, presente ancora all’interno dell’isola, supera di poco il 3% della superficie territoriale. Sulla costa settentrionale sono frequenti le formazioni di mangrovie.
L’altissima densità demografica del microstato urbano è dovuta in parte al saldo naturale, che fa registrare valori positivi molto elevati a causa del sensibile calo della mortalità, ma soprattutto ai flussi immigratori da altri paesi dell’Asia sud-orientale e dalla Cina, che restano consistenti nonostante alcune misure restrittive adottate per evitare il preoccupante congestionamento del paese e la lievitazione dei costi immobiliari. Alcuni valori demografici testimoniano il raggiungimento, nel corso degli ultimi due decenni, degli standard del mondo occidentale: infatti, il tasso di accrescimento annuo risulta (stima 2009) di poco inferiore all’1%, il tasso di natalità è dell’8,8‰, la mortalità infantile si attesta intorno al 2,3‰ e la speranza di vita alla nascita viene stimata intorno agli 82 anni.
Sotto il profilo etnico, si possono individuare almeno tre gruppi distinti che hanno conservato la loro individualità: prevalente è quello cinese (76,8%); minori sono le presenze dei gruppi malese (13,9%), indiano e pakistano (8,3%); modestissima la quota di nuclei diversi, sia europei sia eurasiatici. Alla divisione etnica corrisponde quella linguistica; l’inglese è insegnato in ogni ordine di scuola come fondamentale elemento di integrazione e di comunicazione. Assai diversificato è anche il quadro delle religioni praticate: buddhismo (42,5%), islamismo (14,9%), cristianesimo (14,6%, tra cattolici e protestanti), taoismo (8,5%), induismo (4%); il 14,8% della popolazione si professa ateo.
La città di S., posta nella sezione meridionale dell’isola, ospita la quasi totalità della popolazione del paese, legittimando la definizione di città-Stato. Dotata di uno dei maggiori scali marittimi mondiali, di infrastrutture portuali e aeroportuali all’avanguardia, e caratterizzata da un notevolissimo dinamismo economico ed edilizio, è uno dei più importanti centri commerciali, finanziari e industriali dell’Asia.
L’economia di S. è il risultato di un processo storico di affermazione della funzione commerciale plasmata dall’economia coloniale. Nel Sud-Est asiatico la funzione di S. si è originariamente imposta come centro di raccolta di materie prime e prodotti greggi destinati all’esportazione (Europa e America Settentrionale) e di importazione di prodotti manufatti. Dopo l’indipendenza si è verificato un vistoso cambiamento: l’apertura del paese agli investimenti esteri (europei, statunitensi e giapponesi), proprio nel momento di crisi e di esplosione dei processi di deindustrializzazione delle aree forti dell’Occidente, ha avviato l’attività industriale, che si è sviluppata così rapidamente da conseguire risultati reddituali e occupazionali altamente positivi (tanto da far annoverare S., insieme a Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud, tra i cosiddetti ‘dragoni’ dell’economia asiatica).
La rapida modernizzazione del paese e il suo elevato grado di competitività hanno attirato l’interesse degli investitori stranieri, tanto che attualmente operano nel territorio dello Stato oltre 300 multinazionali. L’economia di S. è oggi essenzialmente un’economia di servizi (72,2% del PIL nel 2008) che, come nei paesi occidentali più avanzati, occupa la grande maggioranza della popolazione (77,4% nel 2007). Tra i settori di punta, i trasporti (S. è il primo porto mondiale per traffico merci e, dal 2005, anche il primo per traffico container), le attività bancarie e finanziarie (S. è, dopo Tokyo, la seconda piazza borsistica dell’Asia orientale) e il turismo (in particolare quello congressuale). L’industria (27,8% del PIL e 22,6% della popolazione attiva) è fiorente nei comparti della cantieristica, della petrolchimica, del tessile, dell’elettronica e della farmaceutica. Gli ultimi due settori hanno registrato, tra la fine del 20° e l’inizio del 21° sec., un notevole sviluppo, tanto che i prodotti informatici e quelli biotecnologici e farmaceutici hanno assunto un peso sempre maggiore nelle esportazioni. S., puntando a proporsi come polo biomedico di primaria importanza a livello mondiale, nel 2003 ha inaugurato Biopolis, cittadella delle scienze biomediche in cui si coltivano filoni di ricerca all’avanguardia nel settore delle biotecnologie.
La produzione agricola, irrilevante ai fini della contribuzione al PIL, fornisce piccole quantità di ortaggi, frutta, noci di cocco, patate dolci e manioca, del tutto insufficienti a soddisfare il fabbisogno interno. Un qualche rilievo rivestono l’allevamento (pollame e suini) e la pesca. La bilancia commerciale in netto attivo, il basso tasso di disoccupazione (2,2%), l’alto reddito pro capite, superiore a quello degli Stati Uniti e della gran parte dei paesi europei, testimoniano di un’economia florida, pur se recentemente insidiata dall’impetuosa crescita economica della Cina e dell’India e dalla crescente concorrenza, nello stesso Sud-Est asiatico, di paesi quali l’Indonesia e la Malaysia.
Fra la fine del 13° e la fine del 14° sec. S. fu un centro commerciale di una certa importanza, ma subì in seguito un declino e rimase pressoché disabitata fino al 19° secolo. Nel 1819 T.S. Raffles vi stabilì una base commerciale per conto della British East India Company. Lo sviluppo economico registrato nella seconda metà del 19° sec. provocò una rapida crescita della popolazione, in particolare in seguito all’afflusso di immigrati dalla Cina. Occupata dal 1942 al 1945 dalle truppe giapponesi, nel 1946, per la sua grande importanza commerciale e strategica, S. fu costituita colonia a sé stante e nel 1959 ottenne l’autogoverno. Parte della Federazione della Malaysia dal 1963, nel 1965 ne uscì, divenendo una repubblica indipendente.
Il Partito di Azione Popolare (PAP), al potere dal 1959, è l’arbitro incontrastato della vita politica. Inizialmente di ispirazione socialdemocratica, il PAP modificò progressivamente il proprio orientamento, sviluppando una politica interna rigidamente repressiva e imponendo un controllo pressoché totale dell’informazione. Nel 1990 a Lee Kuan Yew, primo ministro dal 1959, succedette Goh Chok Tong, e nel 2004, in base a un’intesa politica programmata, divenne primo ministro Lee Hsien Loong, figlio maggiore dell’ex premier Lee Kuan Yew. Nel 2005 venne conferito un secondo mandato presidenziale a S.R. Nathan (in carica dal 1999), dopo che tutti gli altri candidati erano stati posti fuori concorso, perché privi dei rigidi requisiti previsti dalla legge. Nel 2006 il PAP ha vinto nuovamente e in modo netto le elezioni legislative. Nel corso del 2007 e del 2008 la situazione politica non ha subìto modifiche, e nonostante i moniti delle organizzazioni internazionali il governo ha continuato a operare un severo controllo sull'informazione e sugli oppositori politici. In politica estera il Paese ha intensificato i rapporti con gli Stati Uniti e collaborato con la Malaysia per risolvere le dispute territoriali ancora aperte. A partire dal 2008 l'economia di S., che dipende fortemente dalle esportazioni, è stata colpita duramente dalla recessione globale, sebbene tra il 2009 e il 2010 la situazione abbia registrato un lieve miglioramento. Sul piano della politica interna, alle elezioni presidenziali tenutesi nel settembre 2011 si è imposto di misura l'ex vicepremier del Paese T. Tan Keng Yam, che ha ottenuto il 35,2% delle preferenze, mentre alle consultazioni legislative tenutesi nel settembre 2015 il PAP ha prevedibilmente riportato una nuova vittoria (70% dei consensi) vedendo confermato il premier Lee Hsien Loong, riconfermato di misura anche alle consultazioni del luglio 2020. Nel settembre 2017 H. Yacob è subentrata al presidente Tan Keng Yam; membro del PAP, è entrata in carica senza elezioni, in quanto unica candidata con i requisiti necessari a diventare capo di Stato, sostituita nella carica da T. Shanmugaratnam del PAP, che alle consultazioni del settembre 2023 ha ottenuto oltre il 70% delle preferenze.
L’architettura di S. si è sviluppata principalmente dal 19° sec.: scarsi sono gli edifici rimasti dei periodi precedenti (in particolare alcuni padiglioni del 14° sec. con tetti ricoperti di tegole e coronati da cornicioni). Ai diffusi edifici neoclassici, di influenza inglese, si è associata la costruzione di chiese cristiane, moschee islamiche, templi cinesi e indu, testimonianza delle diversità culturali presenti a Singapore. Dagli anni 1980 la città ha visto mutare radicalmente l’immagine ottocentesca. Allo sviluppo urbanistico hanno contribuito diversi architetti facenti capo ad agenzie governative (Housing Development Board; Urban Redevelopment Authority; Public Works Development), a studi locali e a gruppi stranieri. Tra le opere più significative degli studi locali che hanno tentato di conciliare forme tipiche della tradizione asiatica e linguaggi architettonici moderni, emergono: tempio taoista Chee Tong (1987, studio Akitek Tenggara); Rosyth School (1999, Wong Hooe Wai); MINDS School and SIA-MINDS Employment Development Centre (2000, progettata da Gang eng Oon, con lo studio DP Architects); Tampines North Community Centre (1989) e Gallery Evanson Hotel (1999) di W. Lim, le cui architetture si presentano come collages di forme e colori diversi, quasi una metafora della società multiculturale tipica di Singapore. Importante è stato anche il contributo degli architetti stranieri: P. Rudolph (torre residenziale The Colonnades, 1987, e Concourse Building, 1993); studio Pei Cobb Freed & partners (Gateway Towers, 1990, e torri di Raffles City, 1986); studio Kenzo Tange Associates (tra i numerosi interventi, l’Indoor Stadium, 1990, e la United Overseas Bank Plaza, 1992); studio Murphy & Jahn (Hitachi Tower con l’annessa Caltex House, 1994); studio Kohn Pedersen Fox (edificio di One Raffles Link, 2001); K. Kurokawa (complessi di Lane Crawford Place, 1993, e Republic Plaza, 1995). Altre presenze di notevole impatto urbano sono il Suntec City Congress and Exhibition Centre (1997) del locale studio DP Architects, la nuova Expo Station (2001, N. Foster) con un’enfatica copertura a piastre, volutamente «esotica», e infine il complesso The Esplanade (2002, DP Architects, con lo studio M. Wilford & Associates), comprendente teatri, cinema e locali per il tempo libero.
Braccio di mare (lungo 104 km, largo 16) tra l’isola di S. e le Riau, che unisce lo Stretto di Malacca con il Mar Cinese Meridionale. È percorso da importanti linee di navigazione.