Attività commerciale consistente nell’immissione nel territorio di uno Stato di merci, servizi o capitali provenienti dall’estero. Anche il complesso delle merci, dei servizi o dei capitali importati e il loro rispettivo valore. diritto Dal punto di vista fiscale, per i. si intende l’ingresso di un bene all’interno dello Stato italiano proveniente da uno Stato situato al di fuori del territorio comunitario, attraverso il passaggio dalla dogana. L’effettuazione di un’i. comporta lo svolgimento delle operazioni doganali e il pagamento dei diritti doganali: in tale categoria rientrano i diritti di confine, dovuti per il passaggio del bene dal territorio doganale. Si ritiene, generalmente, che questi abbiano natura tributaria e sono definiti tributi doganali. Tra i diritti di confine da assolvere in caso di i. vi sono: i dazi di i., i prelievi, le imposizioni all’i., i diritti di monopolio, le sovrimposte di confine. I tributi doganali sono liquidati e riscossi dall’amministrazione doganale a seguito della presentazione, da parte del contribuente, della dichiarazione doganale, nella quale sono comunicate le caratteristiche dei beni trasportati e la destinazione doganale degli stessi.
La scelta della Comunità europea di introdurre un’imposta generale sul consumo, caratterizzata da una struttura uniforme per tutti i paesi comunitari, ha determinato la necessità di assoggettare a IVA i beni da chiunque importati (a prescindere, quindi, dall’esercizio di un’attività d’impresa, artistica o professionale), al fine di escludere l’ingresso e la circolazione nel territorio comunitario di merci che, non avendo scontato l’imposta, possano alterare la neutralità del mercato. L’IVA sulla i. è applicata sul valore dei beni importati determinato secondo le norme doganali ed è liquidata e riscossa in dogana. La detraibilità dell’IVA assolta sulle i. sarà, naturalmente, collegata alla qualità del soggetto che ha effettuato l’i. e ammessa, conseguentemente, soltanto per gli esercenti attività d’impresa, artistica o professionale. economia Nell’accezione più ristretta e comune, le i. si riferiscono esclusivamente alle merci e, quando intese in senso lato, includono anche i servizi e i capitali. Le i. di servizi consistono nelle spese dei turisti nazionali all’estero, nei noli passivi ecc.; le i. di capitali nelle rimesse di cittadini emigrati all’estero, nell’acquisto di titoli azionari o obbligazionari nazionali da parte di non residenti ecc. Sia le i. di servizi sia le i. di capitali hanno notevole peso nelle bilance dei pagamenti e possono correggere o accentuare squilibri delle bilance commerciali.
Le i., assieme alle esportazioni formano le voci della bilancia commerciale che registra il saldo delle transazioni in entrata e uscita da un paese relativamente alle sole merci. Un attivo di bilancia commerciale (cioè un surplus di esportazioni rispetto alle importazioni) incrementa la massa monetaria del paese e il suo prodotto interno lordo ed è quindi un utile sostegno al processo di crescita economica.
L’i. può essere colpita da dazi doganali (che mirano per lo più a difendere il mercato nazionale dalla concorrenza estera, ma vanno anche considerati come mezzo di riscossione di imposte sui consumi), limitata da contingenti (in genere per ragioni valutarie) o addirittura vietata (quasi sempre per motivi igienico-sanitari). La rigidità degli ostacoli frapposti alla i. delle merci estere è in rapporto con l’indirizzo di politica commerciale adottato dai singoli paesi e in genere risponde a esigenze concrete dei vari periodi storici. Particolare importanza ha l’istituto dell’i. temporanea (entrata in franchigia da dazio nel territorio doganale dello Stato di materie prime e semilavorati esteri destinati a essere riesportati entro un termine stabilito dopo aver subito un determinato processo di lavorazione) che permette alle industrie nazionali di esportare i beni trasformati alle medesime condizioni dei paesi che producono al loro interno gli stessi beni, con la sola aggiunta della spesa di trasporto. Ad analogo fine risponde anche l’istituto del drawback (restituzione delle tasse pagate per l’importazione di merci che siano state successivamente, anche dopo trasformazione, esportate), meno usato però dell’importazione temporanea.