M. di pagamento Tutto ciò che può essere usato per pagare un debito, risarcire un danno ecc., in senso generico, anche quando non ne sia obbligatoria l’accettazione, o soprattutto quando il suo potere liberatorio sia stabilito dalla legge; sono m. di pagamento le monete, i biglietti di banca e di Stato, gli assegni, le cambiali ecc.
M. di produzione Ciò che serve a produrre, e quindi ogni bene strumentale; al plurale si intende l’insieme dei fattori produttivi impiegati o che si vogliono impiegare.
M. di scambio Ogni bene economico che, per il fatto di essere facilmente accettato, permetta a chi lo possiede di procurarsi per via di scambio altri beni; m. di scambio per eccellenza è la moneta.
Nel linguaggio aziendale, al plurale, il termine equivale a beni o fattori produttivi a disposizione di una azienda: m. liquidi, il denaro esistente in cassa e i titoli di credito convertibili in denaro in qualsiasi momento; m. propri, il capitale netto di un’impresa, cioè l’insieme composto da capitale sociale, riserve e utili non distribuiti; m. di terzi, i beni in possesso di una persona o di una azienda, ma di proprietà altrui, oppure da altri forniti.
Principio del minimo m. Principio ispiratore dell’attività economica, secondo il quale ogni soggetto che agisca razionalmente e tenendo conto soltanto dell’aspetto economico dei problemi dovrebbe tendere a ridurre al minimo il costo o sacrificio necessario a procurargli un dato vantaggio. È equivalente, anche se formulato in modo inverso, al principio del massimo beneficio (o del massimo risultato). Il principio, che presenta particolare interesse per l’economia, può essere applicato e inteso anche in senso più generale, con aspetti diversi nelle varie scienze.
L’ambiente in cui si svolge un fenomeno; si usa distinguere i m. materiali dal vuoto, inteso anch’esso come sede di fenomeni fisici. Un m. si dice omogeneo se la sostanza che lo costituisce è ovunque la stessa, così che i parametri che lo caratterizzano abbiano ovunque lo stesso valore (costanti del m.). Si dice poi che un m. è isotropo se nel generico punto di esso proprietà, che di per sé potrebbero anche dipendere dalla direzione secondo la quale sono valutate, in realtà ne risultano indipendenti. Si parla di m. elastico e simili quando si vuol porre l’accento sul fatto che un determinato m. è per sua intrinseca natura atto a essere sede di fenomeni di natura elastica ecc.