(cinese Xianggang) Regione amministrativa speciale della Cina (1104 km2 con 6.864.346 ab. nel 2006), ex colonia britannica. È costituita dall’omonima isola nel Mar Cinese Meridionale, di fronte alle coste sud-orientali della Cina, dalla penisola di Kowloon e dal territorio retrostante che con circa 236 isole, disabitate, forma i cosiddetti New Territories. I rilievi si elevano dal mare con pareti molto ripide e ciò non ha permesso lo sviluppo di estese pianure costiere; la loro altitudine è generalmente inferiore ai 300 m, eccetto che nel Monte Taimo (900 m), situato a N di Kowloon, e nel Lantau Peak, nell’omonima isola. Il clima è tropicale monsonico, con temperatura media annua di 21-22 °C; la piovosità supera i 2000 mm annui, con valori massimi nel periodo maggio-agosto. I corsi d’acqua, di scarsa portata, scorrono prevalentemente nel NO del paese: il più importante è lo Shan, che per lungo tratto fiancheggia il confine con la Cina.
Dotata di un attivissimo porto e centro di commerci internazionali, H. ha conosciuto anche un notevole sviluppo dell’industria moderna, realizzato soprattutto grazie alla disponibilità di un’abbondante manodopera a basso costo. Modesta l’agricoltura (riso), limitata dalla scarsità di terreni disponibili; discreto è l’apporto della pesca che conta sui porti di Shaukiwan e di Aberdeen. Tra le numerose industrie le maggiori sono quelle tessili, siderurgiche, cantieristiche, meccaniche, elettroniche, chimiche, alimentari, del cuoio, della lavorazione del tabacco, della gomma e cinematografiche. I prodotti sono in massima parte destinati all’esportazione, mentre vengono importate soprattutto materie prime e derrate alimentari. Nel complesso l’economia è sempre più legata ai servizi, che occupano i due terzi della popolazione attiva, mentre le attività secondarie svolgono un ruolo marginale, in seguito alla massiccia delocalizzazione di industrie all’interno della Cina. Il turismo è molto sviluppato e alimentato, oltre che dalla posizione geografica della ex colonia, dalla possibilità di acquisti vantaggiosi. Le comunicazioni si avvalgono del porto franco di H. e dell’aeroporto internazionale di Kai Tak, nella Baia di Kowloon; una linea ferroviaria collega H. alla Cina.
Le lingue d’uso sono l’inglese e il cantonese; si professa, per lo più, la religione buddhista. L’unità monetaria è il dollaro di Hong Kong.
Occupata da forze inglesi durante la guerra dell’oppio (1840-42), H. fu formalmente ceduta alla Gran Bretagna dal governo cinese con il trattato di Nanchino (1842) e proclamata colonia britannica nel 1843. Nel 1898 Londra poté annettere a H. la penisola di Kowloon e i cosiddetti New Territories, questi ultimi ottenuti in affitto dalla Cina per 99 anni. Dopo la proclamazione della Repubblica Popolare di Cina (1949), il governo di Pechino, pur non riconoscendo i ‘trattati ineguali’ dell’Ottocento, assunse un atteggiamento pragmatico nei confronti di H. e le relazioni fra Londra e Pechino rimasero sostanzialmente buone, mentre lo sviluppo economico della colonia proseguì a ritmi elevatissimi. Sul piano politico, la colonia era amministrata da un governatore britannico che nominava tutti i membri del Consiglio esecutivo e del Consiglio legislativo. Nel 1985 Cina e Gran Bretagna ratificarono un accordo nel quale si stabiliva che il 1° luglio 1997 l’intero territorio di H. sarebbe tornato sotto la sovranità cinese con lo status di Regione amministrativa speciale.
Con il passaggio alla Cina il nuovo Consiglio approvò un emendamento costituzionale che di fatto restringeva il suffragio (ampliato nel 1995); furono regolamentate in maniera restrittiva le libertà civili e di informazione, ridimensionati le forze d’opposizione e il ruolo del Consiglio stesso, con l’accentramento del potere decisionale nelle mani del capo del governo. Nel 2004 la Cina stabilì che ogni riforma politico-elettorale a H. avrebbe richiesto la sua esplicita approvazione: ciò consente a Pechino di bloccare riforme, come l’elezione diretta del capo del governo, invocata dai settori più progressisti della politica e della società.
Nel settembre 2014 migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro le modalità di scelta del capo del governo della Regione amministrativa speciale definite da Pechino, denunciando una violazione dei patti concordati tra Gran Bretagna e Cina nel 1997. La progressiva costruzione di una solida identità hongkonghese da contrapporre a quella cinese si è evidenziata nelle elezioni amministrative – le prime dopo le proteste di piazza - svoltesi con un’affluenza massiccia (58% degli aventi diritto al voto) nel settembre 2016: sebbene la maggioranza resti controllata dai filocinesi, per la prima volta attivisti per l'autodeterminazione hanno conquistato seggi. Nonostante il protrarsi delle proteste per l'ottenimento del suffragio universale, nel marzo 2017 è stata eletta capo del governo locale, con 777 preferenze su 1194, C. Lam Cheng Yuet-ngor, prima donna a rivestire tale carica. Nuove manifestazioni di piazza sono state organizzate nel Paese dal giugno 2019 contro un progetto di legge che consentirebbe l'estradizione in Cina per i colpevoli di alcuni reati; la violenta repressione delle forze dell'ordine e l'annullamento, nel settembre successivo, della proposta di emendamento da parte di Lam non hanno comunque posto fine alle proteste, che si sono inasprite nei mesi successivi, mentre le elezioni distrettuali svoltesi a novembre hanno confermato una massiccia adesione al movimento di protesta, registrando la netta affermazione dei candidati antigovernativi, che hanno conquistato il 90% circa dei seggi, mentre il fronte pro-establishment ha perso più di 240 seggi rispetto al 2015. Ciononostante, dal 1° luglio 2020 è entrata in vigore la nuova legge sulla sicurezza nazionale, in base alla quale vengono puniti i reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze esterne, ciò che di fatto tacita ogni istanza di autonomia e la tutela dei diritti umani, civili e giuridici della città; nel novembre 2020, a seguito dell'espulsione dal Parlamento di quattro deputati del Civic Party, decisa da Pechino per motivi di sicurezza nazionale, l'opposizione filodemocratica ha rassegnato in massa le sue dimissioni, e nell'agosto dell'anno successivo, in ragione della crescente repressione contro il movimento di protesta, la coalizione democratica Fronte per i diritti umani che ha promosso le manifestazioni di piazza si è sciolta. Nel maggio 2022, subentrando a Lam, ha assunto la carica di governatore J. Lee Ka-chiu.
L’influenza inglese sulla vita artistica fu notevole. Tra le realizzazioni del periodo coloniale, spiccano la Flagstaff House (1846) e la Government House (1855), ridisegnata durante l’occupazione giapponese. Dopo il 1945 diviene sensibile il rapporto fra tradizione e cultura occidentale; tra gli artisti, L. Chan; L. Shou-kwan e i suoi allievi; F. Zhaoling; L. Fengmian; L. Kuosung; Z. Shaoang. Numerosi i gruppi artistici, e le istituzioni sorte dagli anni 1960: l’Hong Kong Museum of Art, fondato nel 1962 e dotato dal 1991 di una nuova sede, dove si svolge la Biennale d’arte; lo University museum and art gallery, riorganizzato dal 1994.
Tra le numerose realizzazioni architettoniche che hanno ridisegnato lo skyline della baia sono la sede della Hong Kong & Shanghai Banking Corporation (N. Foster, 1985) e la Bank of China Tower (I.M. Pei, 1989). Oltre agli apporti degli stranieri, una nuova generazione di architetti ha dato qualità internazionale alla produzione locale: studio EDGE Architects di G. Chang e M. Chan; studio Anthony Ng (complesso residenziale Verbena Heights, 1998); studio Rocco Yim (grattacielo in Nathan Road, 1997).