Città della Cina (10.030.788 ab. nel 2003), nella regione dell’Est; l’agglomerazione urbana costituisce una municipalità autonoma (6.186 km2 con 17.900.000 ab. nel 2009) stretta fra le province di Jiangsu, a N, e Zhejiang, a S. La città, la più popolosa del paese, sorge all’estremità meridionale della pianura deltizia del Chang Jiang, in corrispondenza del cuneo di confluenza fra il Suzhou He e il Huangpu. Il clima è mite e asciutto d’inverno, decisamente caldo e umido in estate (1140 mm annui di precipitazioni). La grandissima importanza del porto, il principale della Cina e uno dei più grandi del mondo, ha favorito la crescita delle attività economiche e lo sviluppo prodigioso della città.
I caratteri del ‘cuore’ urbano traggono origine dalla storia della città, la quale, rimasta modesto villaggio di pescatori per lunghi secoli, assunse il nome attuale (che significa «sul mare») nel 1075 e si sviluppò lentamente nei secoli successivi come centro commerciale. Nel 1554 i Ming circondarono di mura l’antico nucleo – la ‘città cinese’, riconoscibile ancora oggi dall’intrico confuso di vie e dalla presenza di alcuni edifici monumentali (tempio di Confucio, pagoda a sette piani ecc.) – ora racchiuso da un grande anello stradale che ripete il cerchio delle mura, abbattute nei primi anni del 20° secolo. Il grande sviluppo dell’odierna S. comincia con il trattato di Nanchino (1842), che aprì la città al commercio estero. In quello stesso anno sorse la prima concessione britannica (a N della città cinese), presto seguita dalla concessione americana (a N di quella britannica, al di là del Suzhou He) e dalla concessione francese. Le prime due si fusero, nel 1863, in un unico insediamento internazionale, cuore della ‘città occidentale’. A S. si concentrò circa un terzo degli investimenti stranieri operanti in Cina e Manciuria nei successivi 80 anni. Si spiegano così sia lo sviluppo delle attrezzature portuali, dei cantieri navali e di un gran numero di fabbriche (agli inizi, prevalentemente stabilimenti tessili), sia la costruzione di strade, ferrovie e quartieri residenziali. È soprattutto all’attività degli Occidentali, quindi, che si deve il rapido sviluppo prebellico di S., la cui espansione economica, demografica e urbanistica è comunque favorita da fattori interni, in particolare dall’esistenza di un ricco e popoloso retroterra (al quale S. è collegata dalla via navigabile del Suzhou He e da una rete di ferrovie) e dalla posizione eccezionalmente vantaggiosa per i traffici con l’Europa e con l’America, che ne fecero presto il maggiore emporio commerciale dell’Estremo Oriente. Nel 1936 S. era già il sesto porto mondiale, concentrava 1/3 del commercio estero della Cina, 1/5 del traffico fluviale e marittimo, un terzo della produzione industriale, ed era il maggiore centro finanziario del paese. All’avvento del regime comunista (1949), che inizialmente puntò sullo sviluppo regionale interno, seguì un decennio di ristagno economico, e fu solo dopo il raffreddamento dei rapporti sino-sovietici (intorno al 1960), che S. assunse una posizione-chiave come principale centro industriale e di ricerca scientifica e tecnologica della Cina.
Cominciò così la seconda fase dello sviluppo di S.: quello urbanistico, tradotto in quartieri di tipo occidentale, con edifici anche prestigiosi, e in quartieri popolari di aspetto molto più modesto, e quello economico, caratterizzato da una radicale riconversione dalle attività commerciali alle attività industriali (siderurgia, cantieristica, metalmeccanica, elettrotecnica, produzione di motori, di autoveicoli, di macchine utensili e agricole, di apparecchi di precisione); al potenziamento industriale contribuì anche la realizzazione di un nuovo grande porto a Wusong, allo sbocco del Huangpu nel Chang Jiang.
La terza fase dell’ascesa economica di S. data agli anni 1990, quando importanti interventi di riassetto territoriale, condotti nell’ambito delle dinamiche di rilocalizzazione produttiva e di ripresa delle relazioni economico-politiche su scala internazionale, hanno reso la città una delle protagoniste del ‘miracolo economico cinese’. Da un lato il settore secondario si è caratterizzato in senso innovativo, con particolare riguardo ai comparti della siderurgia, metalmeccanica, cantieristica, elettrotecnica, chimica, meccanica di precisione; dall’altro, la ripresa degli scambi con l’estero ha promosso un ulteriore potenziamento e una modernizzazione del sistema portuale. La città ha registrato, inoltre, un notevole incremento non solo delle attività di servizio tradizionalmente legate alle funzioni commerciali e ai trasporti, ma anche di quelle finanziarie (creditizie, borsistiche, assicurative) e delle funzioni terziarie connesse alla produzione industriale, fra cui le aree della ricerca (tra queste, il parco tecnologico Zhangjiang) e le strutture scientifico-culturali e universitarie.
Il cuore urbano di S. è in parte di tipo occidentale e quindi discorde rispetto agli schemi tradizionali cinesi. Le mura dei Ming (1554) che circondavano la città cinese sono evocate dal moderno imponente anello stradale. Candidata a rappresentare la nuova interazione della Cina con l’economia globale, S. ha voluto dare forma architettonica a tale cambiamento, coinvolgendo numerosi architetti occidentali: studio SOM (grattacielo Jin Mao che richiama forme dell’architettura locale, 1999); N. Foster (sede della Jiushi Corporation, 2000); studio Arquitectonica (Shanghai Information Town, 2001); studio Ingenhoven Overdiek Kahlen & Partner (grattacielo Wan Xiang International Plaza, 2006); studio Kohn Pedersen Fox (World Financial Center, m 460 di altezza, 2008).
Tra gli studi asiatici attivi a S. è T.R. Hamzah & Yeang, autore dell’Armoury Tower (1998), una torre di nuova concezione, a basso consumo energetico. Altri edifici notevoli: Terminal passeggeri dell’aeroporto (P. Andreu, 1999); Gran Teatro di Shangai (J.-M. Charpentier, 1998); nuova sede della Borsa (studio WZMH, 1997). Altri imponenti cantieri sono stati avviati in occasione dell’Esposizione universale del 2010.
S. è collegata all’aeroporto da un treno a levitazione magnetica che può raggiungere la velocità di 431 km/h.