Località in prov. e nel comune di Caserta (3,5 km a NO), situata a 145 m s.l.m. presso le pendici dell’omonimo rilievo.
Intorno a un casino di caccia, costruito (1773) per Ferdinando IV sulle rovine della chiesetta di S., F. Collecini realizzò dapprima una colonia (1778-98), che dalla chiesetta prese il nome, e dove si impiantarono fabbriche per la trattura della seta e la manifattura dei veli. In seguito, Collecini progettò una più ampia Ferdinandopoli per accogliere l’accresciuta popolazione, che non fu realizzata a seguito della rivoluzione del 1799. Il centro si sviluppò ulteriormente durante il dominio francese (1806-15).
L'industria serica
La Real Colonia di S., istituita nel 1789 da Ferdinando IV di Borbone come prototipo di comunità ideale fondata sull’uguaglianza e aggregata sulla collina omonima, intorno all’edificio quattrocentesco degli Acquaviva noto come Palazzo del Belvedere (dal 1997 Patrimonio dell'umanità insieme alla Reggia di Caserta), divenne nei decenni successivi un importantissimo manifatturiero della seta, che controllava in tutte le fasi del processo produttivo, dalla gelsobachicoltura alla commercializzazione del prodotto finito. Oltre a broccati e damaschi – la cui eccellente qualità era inoltre frutto di innovazioni tecniche quali l’utilizzo del cotone per la trama e della seta per l’ordito, ideale per i tessuti d’arredamento –, la colonia industriale dei setaioli (retta da uno statuto speciale e dipendente direttamente dal re) produceva calze, tappeti e cotonerie; i parati in seta leuciana assunsero posizioni di altissimo rilievo sui mercati nazionali e internazionali, ed essi decorano a tutt’oggi edifici quali la Reggia di Caserta, le stanze del Vaticano, del Quirinale, lo Studio Ovale della Casa Bianca e Buckingham Palace.
Il polo industriale di S. è stato riattivato nel secondo decennio del XXI secolo in stretta aderenza alla tradizione locale, documentata anche dal Museo della seta, in cui sono esposti gli antichi macchinari utilizzati nel processo produttivo.