Comune della Campania (54,07 km2 con 73.984 ab. nel 2020), capoluogo dell’omonima provincia. È situata nella Pianura Campana, ai piedi del M. Tifata. Centro amministrativo, militare e commerciale, vede prevalere, tra gli elementi urbanistici, i grandi edifici pubblici e, nella struttura occupazionale, il settore terziario (70% circa). La posizione eccentrica rispetto al territorio provinciale e la vicinanza alla metropoli napoletana ne hanno limitato l’area di influenza, pur se dai tentativi di industrializzazione del secondo dopoguerra sono scaturiti effetti non irrilevanti, specie nei settori metalmeccanico, dei materiali da costruzione, tessile e dell’abbigliamento. Notevole giovamento ha arrecato all’economia cittadina l’apertura dell’Autostrada Milano-Napoli e, in seguito, della bretella per Nola e Salerno. Importante nodo ferroviario della linea Roma-Napoli (via Cassino) e della linea Napoli-Benevento (via Aversa).
C. Vecchia, costruita dai Longobardi forse nell’8° sec. e incorporata al ducato di Benevento (848 ca.), fu a lungo contesa dai principati vicini e occupata da Capua nell’879. Appartenne poi ai Normanni (dal 1057) e nel 1268 ca. passò a Carlo I d’Angiò. Rimase sempre città feudale, finché da Maria Amalia di Borbone fu acquistata definitivamente alla corona.
C. Nuova si sviluppò, a circa 7 km, nel 18° sec., in seguito alla costruzione della Reggia (1752). Nella seconda metà dell’800 ebbe inizio il vero sviluppo edilizio della città. Più volte bombardata nel corso della Seconda guerra mondiale dagli aerei anglo-americani, fu sede del Comando supremo degli Alleati dal 1943.
In C. Vecchia è notevole il duomo (1153; elementi siculo-musulmani e pugliesi-cassinesi); vi sono avanzi di un castello del 9° secolo. Da ricordare la chiesa dell’Annunziata (14° sec.), e, nei dintorni, S. Pietro ad montes, vicino al coevo S. Angelo in Formis, con importanti affreschi dell’11° e 12° secolo.
La Reggia di C., iniziata da L. Vanvitelli, classicamente severa all’esterno, negli interni è caratterizzata da una scenografica varietà (scala regia, cappella, biblioteca, teatro); è prospetticamente inserita nel magnifico parco, con grandiose fontane e un giardino inglese, di grande interesse botanico. Ospita un Museo dell’Opera nonché la collezione d’arte contemporanea di L. Amelio.
Provincia di C. (2651 km2 con 913.666 ab. nel 2020, ripartiti in 104 comuni). Soppressa nel 1927, è stata ricostituita nel 1945; in parte coincide con l’antica Terra di Lavoro. Bagnata dal Tirreno tra il lago di Patria (a S) e la foce del Garigliano (a N); tra i rilievi, il gruppo vulcanico di Roccamonfina, la breve catena del M. Massico, le alture di Caiazzo e le pendici meridionali del Matese. Le pianure principali (oltre la Terra di Lavoro), sono la media valle del Volturno e la piana del Garigliano. La tendenza espansiva è lungo la fascia costiera e nel Sud del territorio, in contrasto con il ridimensionamento presentato da alcuni centri in forte crescita nei decenni passati, come Aversa e Santa Maria Capua Vetere. Settore predominante nell’economia locale è l’agricoltura. Le opere di bonifica hanno aumentato la produttività agricola del territorio (ortofrutticoli, vite, olivo, tabacco e barbabietola da zucchero, accanto a cereali e foraggi), stutturato su aziende spesso di dimensioni medio-grandi e integrate con moderne attività allevatrici (bovini, bufali, un tempo caratteristici delle zone paludose). L’apparato socioeconomico si presenta in condizioni problematiche, con un reddito pro capite fra i più bassi del paese. I principali settori industriali sono quelli metalmeccanico e agroalimentare. Il territorio provinciale è stato interessato, a partire dal 1994, da importanti investimenti a sostegno delle aree depresse della regione: nel 1999 sono stati elaborati programmi per l’istituzione di un polo per la lavorazione e la distribuzione di prodotti dell’oreficeria nel comune di Marcianise e per un grande insediamento relativo al settore calzaturiero; nello stesso anno si sono conclusi i lavori dell’interporto Nola-Marcianise, progettato per servire un territorio esteso su più province. Sul litorale tirreno la Via Domiziana ha favorito lo sviluppo di insediamenti turistici e residenziali.