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San Marino è un piccolo stato nel cuore dell’Italia centrale, terzo al mondo per superficie meno estesa dopo Monaco e Vaticano, comprendente 31.000 abitanti, prevalentemente sammarinesi e italiani. Una delle repubbliche più antiche del mondo, San Marino è stato fondato, secondo la tradizione, nel 4° secolo.
I rapporti con l’Italia, principale partner commerciale e finanziario sammarinese, sono fondamentali. Già nel 1862 i due paesi conclusero un accordo di amicizia e cooperazione e le relazioni sono tuttora amichevoli, anche se vi sono tensioni dovute alle richieste e alle misure italiane volte a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio. A tale riguardo San Marino ha adottato una politica volta a garantire una maggiore trasparenza, con la cancellazione del segreto bancario e la conclusione di accordi per lo scambio di informazioni in materia fiscale. Nel 2009 l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) ha posto il paese nella ‘lista bianca’ dei paradisi fiscali ma, nel gennaio 2011, la medesima organizzazione ha riscontrato che il paese non si è ancora pienamente adeguato agli standard internazionali sullo scambio di informazioni.
Circa i rapporti con l’Unione Europea (Eu), nel 1991 San Marino ha concluso un accordo con la Comunità economica europea per istituire un’unione doganale e promuovere la cooperazione con la medesima. Nel luglio 2010 era stato inoltre proposto un referendum sulla richiesta di adesione all’Eu, ma il governo sammarinese ha poi deciso di bloccarlo.
Il paese è attivo nelle principali organizzazioni multilaterali ed è membro delle Nazioni Unite, del Fondo monetario internazionale e del Consiglio d’Europa.
Dal punto di vista istituzionale, San Marino è una repubblica parlamentare e ha un sistema istituzionale risalente all’11° secolo. Il Parlamento, noto come il Consiglio grande e generale, è monocamerale e composto da 60 membri, eletti a suffragio universale diretto ogni cinque anni. Esso nomina ogni sei mesi i due Capitani reggenti che compongono la Reggenza, l’organo collegiale che costituisce l’entità apicale del sistema e che svolge funzioni di capo di stato. Il potere esecutivo è detenuto dal Congresso di stato, composto da un numero massimo di 10 segretari ed espressione della maggioranza consiliare.
I risultati delle recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio grande e generale (novembre 2012) sono stati all’insegna tanto della continuità quanto della novità, dal momento che hanno registrato la vittoria di un’inedita coalizione elettorale (San Marino bene comune) che ha unito il Partito cristiano democratico sammarinese e Alleanza popolare, già al governo della legislatura uscente, con il Partito dei socialisti e dei democratici, precedentemente, invece, all’opposizione.
Il potere giudiziario, ordinario e amministrativo, è affidato a magistrati non sammarinesi designati dal Consiglio grande e generale. Unica eccezione viene fatta per i giudici ‘conciliatori’, che possono essere cittadini della Repubblica. Pur essendo uno stato neutrale, San Marino dispone di Corpi militari: non esiste servizio militare obbligatorio, ma tutti i cittadini dai 18 ai 60 anni possono essere arruolati in caso di necessità.
L’economia sammarinese è basata sul turismo (il paese ospita più di tre milioni di visitatori ogni anno) e sul settore bancario. Il settore creditizio nel suo complesso – banche e assicurazioni – rappresenta una quota importante del pil nazionale, intorno al 15% sul totale. Di rilievo anche i proventi derivanti dall’emissione di francobolli e monete. San Marino, inoltre, produce ed esporta ceramica, tessile, arredamento e vino.
Il fenomeno del ‘frontalierato’ è significativo: oltre 6000 lavoratori italiani e residenti in Italia (circa il 30% dei lavoratori dipendenti a San Marino) concorrono infatti alla creazione della ricchezza sammarinese.
La crisi economica del 2008, in concomitanza tanto con lo scudo fiscale italiano del 2009-10 – che ha portato al rientro di capitali in Italia, stimati in circa 5 miliardi di euro – quanto con lo scandalo di riciclaggio che ha coinvolto la maggiore banca del paese (la Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino), ha contribuito a una profonda recessione, alla crescita del deficit e alla diminuzione dei flussi di investimenti e capitali. Tutte difficoltà da cui il sistema sammarinese fatica tutt’oggi a riprendersi.