Poeta ungherese (Kiskőrös 1823 - Segesvár 1849). Nato da famiglia di umilissime condizioni, ebbe una gioventù movimentata (fu anche commediante girovago), il che non gli impedì di formarsi una cultura notevole, sì da essere in grado a 26 anni di tradurre poeti classici dall'inglese, dal francese, dall'italiano; a 23 anni era il primo poeta lirico ungherese. Maturato nelle concezioni poetiche e politiche, P. animò il risorgimento ungherese (Nemzeti dal "Canto nazionale", 1848), che ispirò alcune delle sue principali opere: il poema Az apostol (1848; trad. it. L'apostolo, 1886) e la poesia Egy gondolat bánt engemet ("Un pensiero mi tormenta"), che sembra anticipare la morte del poeta durante un combattimento. Poeta personalissimo, cantò l'amore (Cipruslombok Etelka sírtijáról "Foglie di cipresso sulla tomba di Etelka"; Szerelem gyöngyei "Perle d'amore"), le gioie della vita (Bordalok "Canti del vino"), il paesaggio nativo, ma sempre animando il fondo delle sue esperienze artistiche di un forte spirito sociale e umanitario attingendo in ciò ai motivi più validi del Romanticismo europeo. La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio nuovo, alimentato dalla conoscenza e dal gusto della lirica popolare della sua terra, in assoluta rottura con l'accademismo formale della poesia che lo precede.