Comune della prov. di Arezzo (91,5 km2 con 16.161 ab. nel 2008, detti Borghesi o Biturgensi). Industrie alimentari (pastificio), dei manufatti per l’edilizia, delle confezioni e del mobilio.
Sorse nell’alta valle del Tevere intorno al monastero del Santo Sepolcro, servito prima dai benedettini, poi (1012) dai camaldolesi. Dipendenza feudale del monastero (1103), presto in aspra lotta con gli abati, S., sfruttando le ripercussioni dei contrasti tra papa Gregorio IX e Federico II, riuscì a sottrarsi al governo abbaziale. Costituitosi in libero comune, verso la fine del 13° sec., per aver aiuto contro le pretese degli abati, si decise a entrare nell’orbita della politica aretina. Da quel momento perse la sua autonomia, trovandosi via via a dover subire il predominio di Uguccione della Faggiuola, di Federico da Montefeltro, dei Malatesta, di Firenze, dei Visconti, finché dopo la battaglia di Anghiari (1440) passò per poco al papa e poi definitivamente ai Fiorentini.
Il duomo (S. Giovanni Evangelista), l’antico monastero dei camaldolesi, è edificio romanico del 1012-45, rinnovato nel 13°-14° sec. e restaurato numerose volte. La chiesa di S. Francesco conserva parti del 13° sec.; numerose le case torri. La pinacoteca, nell’antico Palazzo Comunale, raccoglie opere notevolissime, tra cui la Resurrezione, il polittico della Madonna della Misericordia e un S. Ludovico di Piero della Francesca, nativo di S.; terrecotte smaltate dei Della Robbia, dipinti toscani e veneti del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento.