Regione storica dell’Italia centrale, oggi suddivisa fra Romagna (prov. di Forlì-Cesena), Marche (prov. di Pesaro e Urbino) e Repubblica di San Marino. È costituita dalle alture di un contrafforte dell’Appennino che, diramandosi dall’Alpe della Luna, culmina nel Monte Carpegna (1415 m).
Il nome deriva da Mons Feretri, oggi San Leo dove, secondo una tradizione del 4° sec. e notizie sicure del 9° sec., risiedevano i vescovi della diocesi che ebbe più tardi sede a Pennabilli. Legata prima all’arcivescovado di Ravenna, la diocesi fu poi direttamente soggetta alla Santa Sede e, dal 1563, suffraganea di Urbino. I conti di M. erano già dal 12° sec. indipendenti. Per gli affari amministrativi e finanziari, il paese ebbe un Parlamento che si riuniva in San Leo e per volere del cardinale Albornoz mandò deputati al Parlamento di Romagna. Durante la dominazione francese, fece parte del dipartimento del Rubicone; dal 1831 ebbe un proprio consiglio provinciale.
Conti di M. Titolo nobiliare attribuito a una famiglia ghibellina, ramo dei conti di Carpegna. Il primo storicamente sicuro è Montefeltrano (12° sec.). Buonconte aggiunse ai possessi la signoria di Urbino (1234). Membri illustri della casa furono il capitano Guido e suo figlio Buonconte. Galasso (m. Cesena 1300), cugino di Guido, fu podestà di Arezzo (1290; 1291; 1298) e capitano e podestà a Pisa (1292); passato a Cesena, fu capitano (1296), podestà (1298) e di fatto signore fino alla morte. Antonio restaurò la signoria su Urbino (1377), cui aggiunse Gubbio (1388) e Cantiano (1393). Il conte Buonconte (m. 1241), nipote di Antonio, vicario di Federico Barbarossa a Urbino, continuò la politica in senso favorevole agli Svevi, combattendo più volte in Umbria per Federico II. A Oddantonio, 1° duca di Urbino (1443), successe il fratello Federico. La figlia Giovanna (m. 1514) sposò Giovanni della Rovere nel 1474; suo figlio, Francesco Maria, adottato dallo zio Guidobaldo, ereditò il ducato di Urbino, ma con lui si spense la stirpe dei Montefeltro (1508)