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satira

di Mirella Schino - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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satira

Mirella Schino

L’arma del ridicolo

La satira, un genere letterario che risale all’antichità classica, è stata ed è ancora lo strumento per deridere personaggi e vizi pubblici. Oggi con il termine satira ci si riferisce non solo a un’opera letteraria, ma anche ad altre forme espressive con le quali si impiega l’arma del ridicolo

Una critica alla cultura ufficiale

Per satira, oggi, si intende non solo un’opera di letteratura, ma anche uno spettacolo, un atteggiamento, un discorso che sottolineino particolari aspetti della civiltà umana con intento critico, deridendo personaggi e vizi pubblici, e disegnandoli attraverso l’arma del ridicolo in tutte le sue sfumature.

Come genere letterario, invece, la satira è una composizione non convenzionale, talvolta – specie nella letteratura latina – una mescolanza di prosa e versi o un’opera in versi di tipo discorsivo, nella quale l’atteggiamento morale dello scrittore diventa ironia o derisione. Hanno scritto satire di questo tipo, per esempio fra i Latini (1° secolo a.C.), Orazio e Decimo Giunio Giovenale e, in Italia, Ariosto nel secolo 16° o Salvator Rosa nel 17°. Tuttavia, anche in questo senso più tecnico, satira è un termine che può essere applicato anche a opere teatrali o narrative che vogliono colpire, con intenti moraleggianti, atteggiamenti o convinzioni che vanno contro la morale comune, e che vengono pertanto considerati vizi.

Il genere satirico è per sua natura difficile da definire, poiché si situa a metà tra comico e serio, tra realismo e grottesco, distinto forse soprattutto dalla propensione a scardinare anche con violenza forme e usi propri della cultura ufficiale.

Nel mondo classico

La parola satira viene dal latino satura, nell’espressione lanx satura, che indicava il piatto di primizie offerte agli dei. Il significato originario era probabilmente quello di «mescolanza», «varietà», e indicava un tipo di composizione che univa stralci di argomenti diversi. Il genere letterario della satira nasce con la letteratura latina, anche se naturalmente in quella greca è possibile ritrovare diverse opere scritte con intenti satirici (per esempio quelle di Aristofane). Il genere inizia, di fatto, con Gaio Lucilio nel 2° secolo a.C., che scrisse trenta libri di satire e che – pur utilizzando diversi metri – ha codificato l’esametro come verso per eccellenza della satira. Lucilio, Orazio, Aulo Persio Flacco e Giovenale, Marco Valerio Marziale e Petronio sono stati i modelli per gli scrittori satirici di tutti i tempi.

La satira moderna

La satira ha avuto un momento di grande sviluppo, dopo Ariosto, nel Seicento: in Italia è stata dominata soprattutto dal classicismo conservatore (per esempio Gabriello Chiabrera). Ma i paesi dove si è forse maggiormente sviluppata sono stati la Spagna, per esempio con Francisco de Quevedo (Sogni e discorsi, 1627), e la Francia, per esempio con Nicolas Boileau (Satire, 1666), o con la rielaborazione delle favole di Esopo a opera di La Fontaine. Anche il Settecento è un secolo al quale, come atteggiamento intellettuale, si addice particolarmente la satira, anche se come genere comincia a perdere i suoi connotati precisi. Possono essere considerati buoni esempi di opere dall’intento satirico, quindi, i componimenti più disparati, dal Giorno di Giuseppe Parini al Candido di Voltaire, a Il nipote di Rameau di Denis Diderot, agli scritti dell’inglese Alexander Pope o di Swift, alle commedie del francese Pierre-Augustin Beaumarchais, alle diciassette satire di Alfieri.

Nell’Ottocento e nel Novecento

Parlare di un vero e proprio genere satirico dall’Ottocento in poi diventa impossibile, anche se uno spirito tra il satirico e il grottesco pervade, per esempio, molte opere di Nikolaj V. Gogol´, le poesie di Carlo Porta o di Gioacchino Belli, le opere di Laurence Sterne, o nel Novecento le commedie ‘sgradevoli’ di Bernard Shaw e per certi versi del russo Vladimir V. Majakovskij.

Molti sostengono che nel Novecento il genere letterario satirico declini per il prevalere dei periodici e dei disegni di satira politica e sociale (si pensi, per esempio, all’opera di George Grosz). Un grande esempio di romanzo satirico può essere considerato La fattoria degli animali di Orwell, nel quale lo scrittore descrive il modo in cui una rivoluzione – ambientata in una fattoria particolarmente mal tenuta, dove gli animali decidono di ribellarsi e di vivere senza aiuto umano – degenera fino a divenire la parodia di sé stessa.

Vedi anche
parodia Travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole ... umorismo La facoltà, la capacità e il fatto stesso di percepire, esprimere e rappresentare gli aspetti più curiosi, incongruenti e comunque divertenti della realtà che possono suscitare il riso e il sorriso, con umana partecipazione, comprensione e simpatia (e non per solo divertimento e piacere intellettuale ... Jonathan Swift Scrittore inglese (Dublino 1667 - ivi 1745). Considerato uno tra i massimi esponenti della letteratura inglese, autore di una prosa caratterizzata da una vivace vena satirica che egli rivolse spesso verso le vicende politiche e religiose della società inglese, nel 1726 pubblicò Gulliver's travels. L'opera, ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ...
Indice
  • 1 Una critica alla cultura ufficiale
  • 2 Nel mondo classico
  • 3 La satira moderna
  • 4 Nell’Ottocento e nel Novecento
Categorie
  • POESIA in Letteratura
  • PROSA in Letteratura
Altri risultati per satira
  • satira
    Enciclopedia on line
    Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati ...
  • SATIRA
    Enciclopedia Italiana (1936)
    (in relazione all'etimologia, da satur, l'esatta ortografia sarebbe satura; satyra è forma tarda dovuta al raffronto con σάτυρα; satira è forma grecanica) Augusto MANCINI Ferdinando NERI Antichità classica. - Grecia. - Una vera e propria satira, quale l'ebbero i Latini (v. appresso), mancò in Grecia. ...
Vocabolario
sàtira
satira sàtira s. f. [dal lat. satŭra, femm. dell’agg. satur «pieno, sazio» e per estens. «vario, misto» (anche, con valore negativo, «confuso»), secondo antiche interpretazioni connesso con la lanx satura, il piatto di primizie offerto...
satìrico¹
satirico1 satìrico1 agg. [dal lat. satirĭcus, der. di satĭra «satira»] (pl. m. -ci). – 1. a. Di satira, che appartiene alla satira: poema s.; poesia s.; il genere letterario s.; versi s.; che ha carattere di satira, che costituisce o contiene...
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