(alb. Shkodër o Shkodra; serbocr. Skadar) Città dell’Albania (82.455 ab. nel 2008), capoluogo del distretto omonimo (2528 km2 con 249.982 ab. nel 2008), situata sulla sponda sud-orientale del lago omonimo, presso la confluenza fra il Drin e la Boiana. La città vecchia si estende alle falde settentrionali della collina di Rosafa, mentre la nuova, sorta nel 18° sec., si è andata sviluppando verso NO ed è divisa in due quartieri, a O quello musulmano, a E quello cristiano. S. è un importante mercato agricolo e zootecnico e un attivo centro commerciale e industriale, con impianti alimentari, tessili, per la lavorazione del legno, della carta, del tabacco, e cementifici. Porto lacuale.
S. (lat. Scodra) fu abitata in origine da popolazioni di stirpe tracia: alla metà del 3° sec. a.C. divenne capitale del regno illirico e tale rimase sino alla caduta di esso (167 a.C.). Sotto i Romani, fu prima centro della repubblica vassalla dei Labeati, poi ebbe la concessione della cittadinanza, infine con Diocleziano fu capitale della Praevalitana. Dopo la spartizione dell’Impero romano, S. spettò all’Oriente; ceduta ai Serbi da Eraclio nel 7° sec., passò poi a Bulgari, Bizantini, Veneziani finché il re di Serbia, Stefano Dušan, vi estese il suo potere nel 1330. Resasi indipendente dopo la morte di Dušan, fu ceduta ai Turchi da Giorgio II Balša (1389). Tornata sotto il controllo di Venezia (1396), questa la difese dal 1474 al 1477 contro Solimano, ma poi dovette abbandonarla ai Turchi che ne fecero un capoluogo di provincia. Obiettivo del nazionalismo serbo-montenegrino, fu occupata dagli Austriaci nel 1916, poi (1918-20) dalle truppe dell’Intesa, e seguì dal 1920 le vicende politiche dell’Albania.