Uomo politico portoghese (Lisbona 1699 - Pombal 1782), uno dei maggiori che ricordi la storia del Portogallo. Primo ministro (1756-77), promosse riforme politiche ed economiche volte a rafforzare il prestigio della monarchia e l'economia del paese: limitò le prerogative dei nobili, ordinò l'espulsione dei gesuiti (1759), instaurò un regime protezionista. Alla morte di Giuseppe I (1714-1777) fu costretto a dimettersi.
Seguì gli studi a Coimbra, ma non li condusse a termine. Diplomatico, fu a Londra (1739-45), poi a Vienna (1745-50). Tornato a Lisbona, all'avvento al trono di Giuseppe I (1750), divenne ministro degli Esteri e della Guerra e in breve primo ministro di fatto (dal 1756 anche de iure). Abile, prudente, ma energico e volitivo, governò così fino al 1777 il Portogallo, avviandolo risolutamente sulla via delle riforme, da illuminista e da ministro deciso a ridare al trono tutto il suo prestigio: prendendo spunto da un grave attentato contro il re (1758), colpì duramente la nobiltà (il supplizio di vari membri della potente famiglia dei Tavora e del duca di Aveiro, maggiordomo del re, accusati come mandatari, fu un'orribile carneficina. Con il supplizio dei Tavora egli sgomentò la nobiltà orgogliosa che lo trattava con disprezzo e tentava di allontanarlo dal potere) e ordinò, in contrasto con Benedetto XIV, l'espulsione dei gesuiti (1759), influendo successivamente sullo stesso Benedetto XIV per la soppressione della Compagnia nel 1773. Poi riformò il tribunale dell'Inquisizione, facendone arma contro i nemici del governo. Promosse l'economia nazionale incrementando la coltura dei cereali, sviluppando le industrie e aprendo numerose vie di comunicazione, cercando di ridare al Portogallo la sua importanza, grandemente sminuita dall'Inghilterra, ma instaurando un regime protezionista (creazione delle compagnie commerciali del Gran Pará e del Maranhão). Impiantò una fabbrica nazionale di vetri, protesse varie industrie (seta, lanifici, carta, ecc.), favorì nel Brasile la fondazione della impresa commerciale Companhia do Grão Pará, riorganizzò l'esercito, assumendo come capo di stato maggiore il conte di Lippe, abolì la schiavitù nel Portogallo, dichiarando liberi gl'Indi del Brasile. Seppe mostrare le sue grandi capacità in occasione di disastri nazionali come il terremoto del 1755, dopo il quale provvide a riorganizzare il paese e a ricostruire la città di Lisbona, in base a un piano grandioso. Favorì in ogni modo il diffondersi dell'istruzione: riformò l'università, fondò scuole d'istruzione primaria e secondaria, un collegio per i nobili. Nel campo della finanza creò l'erario regio, centro della contabilità di tutto il denaro pubblico. José I lo premiò con i titoli di conte di Oeyras e marchese di Pombal (1770). Morto Giuseppe I (1777), P. fu costretto a dimettersi dalla nuova regina Maria I di Braganza. Processato, fu esiliato (1781) nelle sue terre.