SEMANTICA (XXXI, p. 334)
Filosofia. - Branca della logica che si occupa del significato delle espressioni linguistiche, del loro rapporto con ciò che esse designano e delle condizioni della loro verità. Un sistema logico può essere considerato da un punto di vista sintattico come un puro calcolo formale di segni non interpretati, oppure esso può venire interpretato ed i suoi segni possono assumere un significato. Le forme e i modi che permettono tale interpretabilità sono dati appunto dalla s. Con la interpretazione delle formule sintattiche si ottengono proposizioni e si perviene al corretto uso di essenziali nozioni, quali quelle di significato e verità.
Della trattazione logica della s., si sono occupati attivamente i logici polacchi (S. Lesniewski, T. Kotarbinski e A. Tarski) e i neopositivisti (R. Carnap).
Notevole diffusione ha inoltre in America la cosiddetta semantica generale del Korzybski, la quale parte anch'essa dal riconoscimento della fondamentale importanza del linguaggio nel condizionamento della nostra vita psichica: senonché, come dice il Korzybski, il linguaggio ordinario si è in gran parte sviluppato sotto l'influsso della logica aristotelica, la quale ha codificato (con la sua metafisica sostanzialista) un complesso di concezioni e abitudini mentali inadeguate. Compito della semantica generale è di contribuire a mettere in luce, correggere e modificare impostazioni semantiche non più conformi a quella che è l'effettiva struttura della realtà, quale ci viene sempre meglio manifestata dalla scienza contemporanea.
Bibl.: A. Korzybski, Science and sanity: an introduction to Non-Aristotelian systems and general semantics, Lancaster 1941; S. Hayakawa, Language in action, New York 1941; R. Carnap, Introduction to semantics, Cambridge, Mass., 1942; F. Chrisholm, introductory lectures on general semantics, 3ª ed., Lakeville 1947; A. Tarski, Logic, semantics, metamathematics, Oxford 1956; W. Stegmuller, Das Wahrheitsproblem und die Idee der Semantik, Vienna 1957.