Scrittore giapponese (Edo, od. Tokyo, 1790 - ivi 1843). Considerato il principale autore dei ninjōbon (romanzi d'amore, romanzi di sentimenti), in voga verso la prima metà dell'Ottocento, esordì nel 1821 con Akegarasu nochi no masayume ("Un sogno che diventa realtà dopo il canto del corvo all'alba"), scritto probabilmente con la collaborazione di altri autori, secondo una pratica di lavoro a più mani caratteristica dell'ultima parte dell'epoca Tokugawa (1603-1867). Il suo nome è tuttavia legato soprattutto a Shunshoku umegoyomi ("L'almanacco dei susini, una storia d'amore", 1832-33), che utilizza ingredienti romanzeschi già resi popolari dal teatro kabuki (la ricerca di un tesoro di famiglia rubato, congiure ai danni dell'eroe, servitori fedeli, ecc.), per creare una cornice a una storia d'amore non priva di espliciti riferimenti erotici. Il protagonista Tanjiro, affascinante, sentimentale, spesso vittima delle circostanze, in qualche misura dipendente dalle tre donne che se ne contendono i favori, crea un prototipo di grande amatore, in grado di reggere il confronto con altri importanti eroi della letteratura giapponese (dal principe Genji del Genji monogatari a Yonosuke di Kōshoku ichidai otoko "Vita di un libertino" di Ihara Saikaku). Inoltre, la descrizione dei personaggi femminili e dei loro sentimenti, espressi attraverso dialoghi ai quali l'autore riesce a dare straordinaria vivacità utilizzando ampiamente il dialetto di Edo, costituisce una delle componenti più avvincenti dell'opera; da qui l'enorme successo del romanzo, più volte imitato e mai eguagliato, punto di riferimento per molti romanzi del Giappone moderno.