simposio La seconda parte del banchetto dei Greci e dei Romani, nella quale i commensali bevevano seguendo la prescrizione del simposiarca (il rex convivii dei Romani), cantavano carmi conviviali (σκόλια), recitavano poesie, assistevano a trattenimenti vari e conversavano.
Alla tradizione greca si riconnette il s. come genere letterario, di cui tra i primi esempi abbiamo i dialoghi di Platone e di Senofonte che portano questo nome. Da Platone e Senofonte derivano i modelli alla letteratura conviviale posteriore, in cui resta essenziale il dialogo; e fiorisce il s. presso i filosofi con Aristotele, Epicuro, Menippo e i loro seguaci. In età ellenistica ed ellenistico-romana, tale genere è assai usato per opere di erudizione (come quelle di Ateneo e di Macrobio); parodia geniale di s. dotto è la Cena Trimalchionis descritta da Petronio nel Satyricon. In età cristiana, Metodio di Olimpo nel suo Convito pone al posto di Eros l’amore per Cristo.