Uomo politico (Chamber Hall, Bury, Lancashire, 1788 - Londra 1850). Fu tra i più eminenti uomini di stato britannici della prima metà del sec. XIX, e nel decennio 1840-50 virtualmente dominò la vita parlamentare e politica inglese. Influente deputato tory, ricoprì vari incarichi di governo nei gabinetti conservatori, specie agli Interni. Nel 1829 presentò la legge di emancipazione dei cattolici. Primo ministro (1834 e 1841-46), P. abolì il sistema protezionistico, ridusse il debito pubblico (imposta sui redditi, 1842), riformò il sistema bancario (Peel act, 1844) e abrogò il dazio sui cereali, provvedimento che, preso in accordo con i whigs, provocò la crisi del suo gabinetto.
Si formò fin dall'adolescenza all'attività pubblica, sia perché la vita politica era tradizionale nella sua famiglia, sia perché l'educazione che gli venne impartita mirò appunto a prepararlo a tale attività. Eletto deputato per il partito tory a soli 21 anni, fu sottosegretario alle Colonie nel gabinetto Perceval (1810), segretario per l'Irlanda con lord Liverpool (1812-17), quindi (1819) presidente della commissione valutaria che preparò il ritorno al sistema del gold standard. Segretario di stato agli Interni ancora con lord Liverpool dal 1822, si adoperò soprattutto per riformare la legislazione criminale e il trattamento carcerario. Contrario all'emancipazione politica dei cattolici, P. si dimise all'avvento al potere di G. Canning (1827), tornando presto agli Interni nel gabinetto guidato dal duca di Wellington (1828). Nel frattempo, convinto anche dai successi colti in Irlanda dal movimento che faceva capo a D. O'Connell, P. cambiò posizione sulla questione cattolica e presentò una legge di emancipazione dei cattolici che fu approvata nel 1829. Dopo la riforma parlamentare del 1832, P. diede inizio a un processo di profondo rinnovamento del partito tory, in vista della costituzione di una nuova formazione conservatrice. Primo ministro nel 1834, privo di maggioranza parlamentare fu battuto pochi mesi dopo (1835); nuovamente a capo dell'esecutivo (1841-46), P. attuò numerose riforme di segno liberale: accolte le tesi del libero scambio, avviò la progressiva abolizione del sistema protezionistico, perseguì la riduzione dell'ingente debito pubblico ripristinando l'imposta sui redditi (1842) e riformò il sistema bancario (1844) facendo votare il Bank charter act (noto anche come Peel act, legge del 19 luglio 1844 con cui fu rigidamente regolata l'attività della Banca d'Inghilterra e si posero nello stesso tempo le premesse per il graduale formarsi del suo monopolio dell'emissione). Il timore di una possibile carestia in Irlanda, in seguito al cattivo raccolto di patate nel 1845, convinse P. a sostenere l'abrogazione del dazio sui cereali. La decisione, presa col sostegno del partito whig, causò una scissione nel partito conservatore e, nel giugno 1846, la caduta del suo gabinetto. Gli ultimi anni furono spesi nella ricostruzione d'un nucleo liberale e nella definizione di quella nuova linea politica di cui Gladstone sarà, su tutt'altro piano, il continuatore. P. raccolse a Londra un'importante collezione di antichi dipinti, soprattutto olandesi e fiamminghi, provenienti dalle collezioni reali e gentilizie disperse durante i moti rivoluzionari. La collezione P. fu donata alla National Gallery di Londra nel 1871.