Stato Maggiore Nelle forze armate il complesso e il ruolo degli ufficiali che collaborano con il governo, il ministro della Difesa o il comandante di una grande unità o di un reparto, per fornirgli tutte le informazioni e le notizie necessarie alla formulazione delle decisioni, e per dare corpo e attuazione alle decisioni stesse, emanando i relativi ordini dettagliati e integrandoli con quelle disposizioni di coordinamento e di controllo che si rendano necessarie per la miglior comprensione ed esecuzione degli ordini stessi.
Le funzioni proprie dello S., indispensabili in qualsiasi comando, svolte presso gli eserciti più antichi e più semplici dai vessilliferi e dai trombettieri, presso i Romani dai questori e legati, e dai comites durante il basso Impero, negli eserciti del Medioevo e del Rinascimento dai quartiermastri, dai marescialli o araldi d’arme, lance spezzate e simili, hanno avuto definitiva e organica sistemazione negli eserciti moderni, per opera prima di Gustavo II re di Svezia, poi di Federico Guglielmo il Grande Elettore. L’organizzazione fu perfezionata da Federico II di Prussia e realizzata in pieno da Napoleone.
In Italia esiste, a livello centrale, lo S. della Difesa, composto da ufficiali delle tre forze armate e retto da un capo di S. della Difesa, che ha il compito di unificare e armonizzare l’azione degli S. dell’esercito, della marina e dell’aeronautica.