(ted. Stuttgart) Città della Germania (600.068 ab. nel 2008; 1.980.000 ab. nel 2009, considerando l’intera agglomerazione urbana), capitale del Baden-Württemberg. Sorge a 250 m s.l.m. sul fiume Neckar, in una conca circondata da colline su cui, grazie a un clima mite, si trovano ricchi vigneti. Per la sua favorevole posizione sulle principali direttrici di traffico della Germania meridionale, S. è un importante centro commerciale, finanziario e industriale, servito da numerose linee ferroviarie e autostradali e da un porto fluviale. L’agglomerazione ha registrato una grande espansione demografica e topografica, in relazione con la crescita economica della regione organizzata da S., che di fatto s’identifica con il Land di cui è capitale, divenuta sul finire del Novecento tra le più prospere, dinamiche e innovative del paese. Centro industriale di vecchia data, S. è famosa per le sue fabbriche ottiche e accoglie alcune tra le imprese tedesche di maggiori dimensioni (in termini sia di fatturato sia di numero di dipendenti), in particolare nei rami automobilistico (Daimler-Benz, Porsche) ed elettrotecnico. A esse si aggiungono numerose aziende (nei settori tessile, della concia, dell’abbigliamento, grafico-editoriale) tecnologicamente assai avanzate, localizzate soprattutto nel tratto iniziale della direttrice che congiunge S. con Monaco di Baviera. Notevoli le attività finanziarie (S. è una delle piazze borsistiche tedesche). La città è inoltre un importante centro culturale.
Ricordata dal 1229, nel 1286 S. ebbe diritti di città; i conti del Württemberg la prescelsero (14° sec.), dopo la distruzione del castello di Württemberg, come loro soggiorno e sede della cancelleria. La vita di S., capitale del ducato del Württemberg (16° sec.), rimase sempre legata a quella della corte ducale; nel giugno 1849 vi si riunì il Parlamento di Francoforte. Durante la Seconda guerra mondiale fu gravemente bombardata.
La parte più antica di S. restò quasi completamente distrutta dai bombardamenti; ne era centro la piazza del castello, con il castello vecchio, 13° sec., rifatto nel 16°; il castello nuovo, d’impronta francese, eretto da L. Retti, P. de La Guêpière e N.-F. Thouret fra 1744 e 1807; S. Croce, 13°-15° sec., complesso poi ricostruito. Furono colpite anche S. Leonardo (A. Jörg, 1474) e la chiesa dell’Ospedale (15° sec.). Oltre a varie chiese, sono stati restaurati i palazzi neoclassici Hohenheim (1791), Rosestein (1829) e il castello della Solitude (1763-67). S. ha avuto grande importanza nello sviluppo dell’architettura tedesca del 20° sec.: la stazione centrale (P. Bonatz e F. Scholer, 1911-28) è stata la prima stazione monumentale tedesca in stile razionale; per l’esposizione del Deutscher Werkbund organizzata a S. (Weissenhofsiedlung, 1927) da L. Mies van der Rohe idearono progetti i migliori architetti d’Europa. Tra gli edifici notevoli del secondo dopoguerra: sala da concerti (Liederhalle) di A. Abel, R. Gutbrod e B. Spreng (1956); torre della televisione di F. Leonhardt (1955); scuola am Gänsberg, di G. Wilhelm (1953); grattacieli per abitazioni Romeo und Julia di H. Scharoun (1954-59). Tra le opere del 21° sec.: Berufsschulzentrum, di R. Scholl (2000); Casa Sobek, di W. Sobek (2000).
Tra i musei di S., particolarmente importanti il Württembergisches Landesmuseum e la Staatsgalerie, con la vecchia sede del 19° sec., e la Neue Staatsgalerie Stuttgart und Kammertheater (1977-84) di J. Stirling e M. Wilford.