Sulmona Comune della prov. dell’Aquila (58,3 km2 con 25.327 ab. nel 2008). La cittadina è situata a 405 m s.l.m. al margine meridionale della conca omonima, alla destra del fiume Gizio. Centro commerciale con industrie elettrotecniche, meccaniche, del mobile, tessili e alimentari (confetti, liquori). Artigianato del ferro battuto, del rame e dell’intarsio del legno.
L’antica S. (lat. Sulmo) fu città dei Peligni; ricordata per la prima volta durante la seconda guerra punica, partecipò nel 90 a.C. alla guerra sociale e fu quindi distrutta. Fu più tardi municipio. Vi nacque nel 43 a.C. il poeta Ovidio. Ebbe sotto Svevi e Angioini il periodo più splendido della sua storia. Salvata dall’assedio delle truppe di Gregorio IX da Federico II (1228), fu dotata di un’università e designata poi come sede per le convocazioni della curia generale. Nelle lotte tra Angioini e Ungheresi, S., che parteggiava per Giovanna I, fu assediata da Luigi d’Ungheria; liberata una prima volta, dovette arrendersi nel 1348. Nel 1421, essendo ostile a Giovanna II, fu assalita e presa dalle truppe di Braccio da Montone. Passata poi agli Aragonesi, Carlo V nel 1525 la donò a C. de Lannoy con il titolo principesco. Ritornata al fisco regio per estinzione della famiglia Lannoy, fu venduta ai principi di Conca e poi, nel 1616, ai Borghese. Durante la Seconda guerra mondiale fu gravemente danneggiata dai bombardamenti.
Nella disposizione ortogonale del reticolato stradale medievale, al centro dell’abitato moderno, si riconosce lo schema planimetrico della città romana. Scarsi i resti archeologici romani (pavimenti a mosaico sotto il Palazzo dell’Annunziata e sotto la chiesa di S. Gaetano); a circa 5 km a N, alle pendici del Monte Morrone, sono i ruderi di un grande santuario a terrazze dedicato a Ercole Curino.
S. conserva testimonianze artistiche medievali e rinascimentali, anche se quasi tutti i suoi monumenti furono rimaneggiati in epoca barocca. Il duomo di S. Panfilo, eretto nel 1078-1119 su un edificio più antico, ha interno barocco del 1726; notevoli il portale gotico (statue di N. Salvitti, 14° sec.) e la cripta romanica. S. Francesco della Scarpa conserva il portale del 1290; S. Maria della Tomba è della fine del 14° secolo. Il complesso dell’Annunziata, il maggiore monumento cittadino, riunisce architetture gotiche, rinascimentali e settecentesche (palazzo, 1320, con portali e finestre dei sec. 15°-16°; chiesa ricostruita nel 1710 dall’architetto milanese P. Fontana); ospita anche un importante Museo Civico (oreficerie e argenterie). Notevoli il grandioso acquedotto di 21 arcate (1256) e numerosi palazzi soprattutto del 15° sec. (de’ Sardi, Sanità, Tabassi). Nei dintorni, la Badia Morronese (13° sec.; chiesa, 17° sec.; affreschi e sculture del 15° sec.).
Conca di S. Allungata da S a N, è attraversata dai bassi corsi dei fiumi Gizio e Sagittario e dall’Aterno, che, ricevute presso Popoli le acque del Sagittario, prende il nome di Pescara. Il fondo è in lieve pendio tra i 400 m s.l.m. circa dello sbocco della valle del Gizio e i 250 dell’inizio della Gola di Popoli, su una lunghezza di oltre 15 km e una larghezza media di oltre 5. Centri principali: Pratola Peligna, Raiano e Popoli.