Scrittrice islandese (Neskaupstadhur, Islanda orient., 1930 - Reykjavík 2004). Insegnante, giornalista, attiva nel movimento femminista islandese a partire dalla fine degli anni Sessanta e militante socialista, ha ottenuto fama con il romanzo Leigjandinn (1969, Il pensionante). Una scelta di racconti di J. è apparsa in trad. it., col titolo Tutto in ordine, nel 1999.
Trascorsa parte dell'infanzia in Canada, studiò prima a Reykjavík, poi negli USA (1950-52), dove si laureò in letteratura angloamericana e in antico inglese, e successivamente a Oxford (1952-53), dove seguì corsi di letteratura islandese antica. Membro del Parlamento islandese (1971-79), si impegnò nelle principali associazioni culturali del suo paese.
Dopo aver pubblicato due raccolte di racconti (Tolf konur "Dodici donne", 1965; Veizla undir grjótvegg "Festa sotto il muro di pietra", 1967), si distinse con il già citato romanzo Leigjandinn, in cui la vita quotidiana di una coppia islandese, costretta a ospitare un estraneo che entra sempre più in simbiosi con la famiglia, è narrata dal punto di vista della donna e descritta con grottesco realismo, non privo di pungenti allusioni all'ambigua presenza delle forze NATO in Islanda. Questo orientamento "antiepico" si attenuò, a partire dalla nuova raccolta di racconti Gefidh hvort ödhru... ("Datevi l'un l'altro...", 1982), a vantaggio di una riscoperta della tradizione orale e della mitologia nordiche, che J. intrecciò sapientemente coi temi più vivi dell'Islanda moderna: si vedano i numerosi lavori teatrali, tra cui va ricordato almeno Lokacefing ("Prova generale", 1983), il fortunato romanzo Gunnladhar saga ("La storia di Gunnlöd", 1987), una storia contemporanea in cui riaffiorano, in bilico tra realtà e follia, le antiche leggende del Nord, e la raccolta di racconti Undir eldfjalli ("Sotto il vulcano", 1989). Una scelta di racconti di J. è apparsa in trad. it., col titolo Tutto in ordine, nel 1999.