Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega [...] la maggiore influenza si nota nel greco, ma anche il serbocroato, il turco, l’arabo, il maltese, l’ebraicomoderno presentano un certo numero di prestiti dovuti alla lunga presenza delle Repubbliche marinare nel Mediterraneo. L’influenza esercitata ...
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. Quel gruppo di tribù appartenente alla grande famiglia etnica semitica che nell'ultimo quarto del secondo millennio a. C. occupò la Palestina e si costituì in unità nazionale si diede dapprima il nome [...] Iudaei e il secondo ha in genere l'applicazione limitata che si riscontra negli scrittori classici e cristiani antichi (anche nell'ebraicomoderno si usa per lo più il solo aggettivo); soltanto in italiano il sostantivo "Ebrei" è stato ed è in vigore ...
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. Caratteristiche della scrittura alfabetica. - Per una lunga serie di secoli l'antichità ha conosciuto varî sistemi di scrittura (v.), ciascuno dei quali, sia che fosse sorto e si fosse sviluppato indipendentemente, [...] questi ultimi anni un grande impulso alla prima di queste varietà, la quale è divenuta la scrittura corsiva corrente dell'ebraicomoderno, mentre per la stampa si è conservata la scrittura quadrata e, più raramente, la rabbinica.
Dall'antico alfabeto ...
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RABBĪ (ebraico e aramaico rabbī, greco ῥαββί, ῥαββεί)
Umberto Cassuto
Titolo onorifico dei dottori ebrei, costituito dal sostantivo rab, "maestro", e dal suffisso pronominale di prima persona singolare: [...] ῥαββῖνος e il latino rabbinus, da cui l'italiano rabbino e gli analoghi vocaboli delle altre lingue moderne. Nell'ebraicomoderno si adopera per "rabbino" il vocabolo rab, plurale rabbānīm.
Bibl.: L. Löw, Gesammelte Schriften, Szegedin 1889-1900, IV ...
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Lingua degli Ebrei ashkenaziti, nata intorno al 10° sec., quando Ebrei provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale si stabilirono in Renania. Il termine deriva dal ted. jiddish, alterazione [...] cui lo y. deriverebbe da una base slava (giudeo-serba), che avrebbe costituito il tramite per lo sviluppo dell’ebraicomoderno. Alla metà del 13° sec., quando gli Ebrei di area tedesca in seguito alle persecuzioni cominciarono a spostarsi verso ...
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SIONISMO
Elia S. Artom
. Definizione e caratteri generali. - Si designa con questo nome il movimento moderno tendente alla costituzione in Palestina di una sede nazionale ebraica, per dare modo a quegli [...] un gran numero di scuole elementari e medie di tipo moderno (le prime fondate furono quelle di Giaffa nel 1905-1906 mila abitanti (2000 nel 1914), dalla costruzione di nuovi quartieri ebraici a Gerusalemme e a Haifā (la quale ultima città è fornita ...
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CASSUTO, Umberto (Moše Dāwîd)
J. Alberto Soggin
Nato a Firenze il 16 sett. 1883 da Gustavo e da Emesta Galletti, in una famiglia ebraica tradizionalista e intimamente legata alla comunità israelitica [...] degli Studi orientali, XVI (1937), pp. 337-374; XVII (1938), pp. 457-459. Dell'opera venne pubblicato un sommarlo aggiornato in ebraicomoderno Tōrat hat-tĕ'ūdōt wĕ-siddūrām shel sifrē hat-tōrāh (Gerusalemme 1942), poi tradotto in inglese a cura di I ...
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PIANIFICAZIONE LINGUISTICA
Gaetano Berruto
Per p.l. s'intende l'insieme degli interventi compiuti da stati o istituzioni al fine di modificare uno o più aspetti della situazione linguistica in un paese [...] , va invece attribuito un altro esempio di buona riuscita di strategie di p.l.: la rinascita dell'ebraico perseguita in Israele, dove l'ebraicomoderno (ivrit) è ormai L1 di buona parte dei nati in Israele, ed è generalmente noto agli Israeliani ...
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Lingue a rischio di estinzione
Emanuele Banfi
Le lingue del mondo
Non c’è accordo tra gli specialisti su quale sia il numero effettivo delle lingue del mondo. Le valutazioni brutalmente numeriche variano [...] storia delle lingue si è dato un solo caso di reale ‘resurrezione’ di una lingua: ci si riferisce alla fortuna dell’ivrit, l’ebraicomoderno, lingua ufficiale in Israele progettata ‘a tavolino’ a partire dagli anni Venti del 20° sec. sulla base dell ...
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LUZZATTO, Samuel David (acronimo ebraico ShaDaL)
Gadi Luzzatto Voghera
Nacque a Trieste il 22 ag. 1800 da Ezechia e Miriam Regina Lolli Cormons. Figlio di un modesto artigiano (il padre era emigrato [...] pubblicò a Vienna una breve raccolta di testi poetici (Kinnòr na'ìm), inserendosi giovanissimo in quella corrente di pensiero ebraicomoderno, la Haskalàh (Illuminismo ebraico), che aveva fatto della riscoperta e della modernizzazione della lingua ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
kibbuz
kibbùz (o kibbùtz) s. m. – Adattamento grafico del sost. ebr. qibbūṣ, che significa propr. «raccolta, adunanza» e indica, nell’ebraico moderno, le comunità agricole a gestione collettiva sorte in Palestina in seguito alla colonizzazione,...