Drammaturgo tedesco (Sonneberg 1925 - Berlino 2017). Soldato già a 17 anni e prigioniero di guerra, al ritorno in patria nel 1947 si stabilì nella Rep. Federale, dedicandosi quasi esclusivamente al teatro, in veste di critico e di teorico ma, soprattutto, di autore di drammi. Apparentemente discontinuo, specie in una prima fase, D. è rimasto sostanzialmente fedele alla duplice costante del rifiuto di un teatro meramente documentaristico o, per contro, esplicitamente ideologico, mirando a rendere accessibile il nesso delle motivazioni e delle situazioni umane, con particolare evidenza per le incongruenze fra pensiero e azione e per le conseguenti contraddizioni in ambito sociale. Tra le sue opere: Gesellschaft im Herbst (1960); Die Kurve (1962); Freiheit für Clemens (1962); Rameaus Neffe (1963) e Der gestiefelte Kater (1963); riprese da temi preesistenti, Toller (1968; trad. it. 1971), "tragedia di un'utopia fallita", cui deve soprattutto la notorietà; Eiszeit (1973; trad. it. 1975), sulla vita di K. Hamsun; Der verbotene Garten (1983), sul tardo D'Annunzio; Ich, Feuerbach (1986). Ha scritto anche, più recentemente: Parzifal (1990); Karlos (1991); Große Szene am Fluss (1999); Merlins Zauber (2001); Der schöne Ort (2004).