telefono
La voce che arriva ovunque
Il telefono è un dispositivo che permette di trasmettere a distanza i suoni, in particolare la voce umana. È stato brevettato nel 1876 dallo statunitense Alexander Graham Bell, anche se l’italiano Antonio Meucci già in precedenza ne aveva realizzato un prototipo. Le comunicazioni telefoniche classiche si servono di cavi di rame su cui viaggia la voce, trasformata in un segnale elettrico
Il telefono è forse la più importante tecnologia di comunicazione (telecomunicazioni, rete di) introdotta negli ultimi due secoli; è stato il primo mezzo a rendere davvero il mondo più piccolo, consentendo di conversare con persone dall’altra parte della Terra come facciamo con il nostro vicino di casa. La parola telefono deriva dall’unione di due parole greche che significano «lontano» e «suono». È infatti un sistema di trasmissione a distanza del suono, che mette in comunicazione due utenti permettendo a entrambi sia di parlare sia di ascoltare.
L’invenzione del telefono è stata al centro di una lunga controversia tra l’italiano Antonio Meucci e l’americano Alexander Graham Bell. Nel 1834 Meucci iniziò a lavorare a questo progetto a Firenze, per poi perfezionarlo a Cuba, dove arrivò come rifugiato politico. Meucci costruì diversi prototipi di telefono che sottopose alla società statunitense Western Union telegraph company chiedendo finanziamenti. La società non solo gli diede risposta negativa, ma gli comunicò anche di aver perso i suoi prototipi. Nel 1876, però, un ex dipendente della Western Union, Alexander Graham Bell, che aveva esaminato i dispositivi di Meucci, brevettò il telefono! Soltanto nel 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente, anche se molto in ritardo, che è Meucci l’inventore del telefono.
In un apparecchio telefonico un apposito microfono, contenuto nella parte inferiore della cornetta, trasforma le oscillazioni meccaniche prodotte dal suono in variazioni di un campo magnetico e, da questo, in variazioni di corrente elettrica. La debole corrente elettrica così modulata viene trasmessa a grandi distanze lungo cavi e all’altro estremo viene trasformata nuovamente in suono, emesso poi da un piccolo altoparlante posto nella parte alta della cornetta.
I collegamenti telefonici sono effettuati in genere con un filo di rame, detto doppino perché formato da due conduttori.
Oltre alle linee di comunicazione, un sistema telefonico richiede anche un sistema di commutazione che permetta a chi chiama di raggiungere effettivamente l’utente con cui desidera parlare. Inizialmente la commutazione era effettuata manualmente. Tutte le linee telefoniche di una certa area geografica convergevano verso una stessa centralina dove alcuni operatori – in verità si trattava soprattutto di operatrici, le centraliniste, che spesso si vedono all’opera nei vecchi film – ascoltavano la richiesta del chiamante e lo mettevano in comunicazione con la persona cercata, effettuando manualmente il collegamento.
In seguito è stata sviluppata la commutazione automatica: a ogni utente viene assegnato un numero, e l’apparecchio telefonico comprende un dispositivo per comporre quel numero. Una serie di dispositivi intermedi posti lungo le linee, che funzionano un po’ come gli scambi ferroviari, fanno arrivare la chiamata a destinazione in modo automatico. Oggi questi sistemi sono in gran parte digitali e computerizzati.
Negli ultimi anni al tradizionale telefono ‘fisso’ che utilizza cavi e che collega tra loro solo abitazioni o uffici si è aggiunto il telefono cellulare, o mobile, che utilizza collegamenti radio assicurati da appositi satelliti e che può essere usato ovunque. Il primo sistema di telefonia cellulare è stato, in Italia, il TACS (Total access communication system «Sistema di comunicazione ad accesso totale»), un sistema analogico, in seguito sostituito dal GSM (Global system for mobile communications «Sistema globale per la comunicazione mobile»), che è invece digitale, in grado quindi di offrire servizi aggiuntivi come l’invio di messaggi di testo. Ora stiamo assistendo al passaggio ai telefoni mobili di terza generazione, basati su sistemi come L’UMTS (Universal mobile telecommunications system «Sistema di telefonia mobile universale»), che consentono anche la trasmissione di immagini in movimento e l’accesso a Internet, e permettono quindi di integrare i tradizionali servizi telefonici con i nuovi media elettronici.