Tevere
Il fiume di Roma
Il fiume Tevere, per gran parte lento, ricco d’acqua e navigabile, era però troppo largo per essere attraversato quando, in tempi molto antichi, non si sapevano ancora costruire ponti. Dove il letto si restringeva, tra una serie di colline e un’isoletta che divideva il fiume in due bracci, era molto più facile attraversare la corrente: e lì sorse Roma. Il grande ‘merito’ del Tevere è dunque aver spinto Romolo e Remo a fondare Roma
Il Tevere è un fiume nell’insieme piuttosto modesto dal punto di vista geografico, anche se è il maggiore dell’Italia peninsulare e convoglia le acque di un bacino piuttosto rilevante, in rapporto alle regioni interessate. Ma, in termini assoluti, certamente né il bacino (poco più di 17.000 km2) né la lunghezza complessiva (405 km) sono lontanamente comparabili ai grandi fiumi del resto d’Europa.
Il Tevere nasce a quasi 1.300 m di quota dal versante orientale del Monte Fumaiolo, non lontano dal paese di Balze, nella provincia di Forlì-Cesena. Dopo appena 4 km, aggirato il Fumaiolo, entra in territorio toscano prendendo direzione sud; qui scorre molto vicino al tratto iniziale dell’Arno, e forma il primo dei laghi artificiali che interrompono il suo corso: il recentissimo Lago di Montedoglio è sbarrato da una diga in terra – una delle più grandi d’Europa – e serve a immagazzinare acqua per le irrigazioni, a evitare variazioni di portata troppo forti, e a produrre energia elettrica. Già in tempi antichissimi in questa zona il Tevere formava un lago, molto più vasto.
All’uscita dal lago il Tevere prosegue in direzione sud-est; il suo corso si fa sinuoso, anche se con una pendenza ancora abbastanza accentuata; tocca una serie di cittadine umbre, poi piega a sud, passa ai piedi di Perugia, riceve da sinistra il Chiascio, scorre sotto Todi, volta a sud-ovest, quindi si allarga nel bacino idroelettrico del Lago di Corbara. In quest’ultimo tratto è stato istituito il Parco fluviale del Tevere: il lago e il fiume ospitano moltissimi animali – soprattutto uccelli migratori. All’uscita dal lago riceve da destra il Paglia e piega di nuovo a sud. La pendenza ormai è ridottissima e il fiume viene interrotto ancora dal bacino di Alviano.
Riprendendo verso sud-est, con un corso tortuoso e lento, subito a valle di Orte, il fiume riceve da sinistra le abbondanti acque del Nera-Velino. Da qui, fino agli anni Trenta del 20° secolo, si navigava fino a Roma.
Altre dighe – a Gallese, Nazzano e a Castel Giubileo, all’ingresso in Roma – interrompono oggi il fiume, che procede tra svolte continue: molto bella la doppia ansa di Nazzano e Torrita Tiberina, dove è stato istituito un altro parco naturale. Da qui il Tevere piega un po’ per volta verso sud-ovest, poi riceve l’Aniene e attraversa l’area di Roma: la portata del fiume è discreta, ma il letto è stretto dalle colline vulcaniche tra le quali si è dovuto aprire la strada, mentre a monte e a valle della città è largo alcune centinaia di metri. Passata la città, il Tevere prosegue per altri 25 km circa fino al Mar Tirreno dove sfocia, tra Fiumicino e Ostia, con un piccolo delta molto ‘attivo’: soprattutto in passato, infatti, il Tevere trasportava grandi quantità di detriti, che poi si depositavano alla foce; in poco più di 2.000 anni, la foce è cresciuta così di 4 km.
Oggi, le dighe trattengono gran parte dei detriti, e dal letto del fiume è stata scavata una grande quantità di sabbia e di ghiaia, per cui il Tevere non è più in grado di far avanzare la sua foce.
La strettoia di Roma, dove per di più il Tevere è diviso in due bracci dall’Isola Tiberina, ha reso possibile l’attraversamento del fiume fin dall’antichità: ecco perché Roma è sorta proprio qui. Sul Tevere si navigava dal mare fino in Umbria e sul guado dell’Isola Tiberina convergevano altri percorsi: l’isola era, insomma, un incrocio molto importante che è stato all’origine della nascita e dello sviluppo della città più famosa del mondo. Poi, dopo la nascita di Roma, furono costruiti vari ponti, e proprio i due che uniscono l’Isola Tiberina sono i ponti più antichi, ancora in perfetto stato.
Oggi non ci possiamo rendere conto di come era il Tevere un tempo, perché – a parte le dighe a monte – un secolo fa sono stati costruiti i muraglioni, alti argini che hanno impedito al fiume di allagare Roma, cosa che invece avveniva regolarmente, nei periodi di piena, quando il fiume usciva dal suo letto, tra una collina e l’altra.