(Il libro della giungla) Romanzo di formazione (1894) dello scrittore e poeta inglese R. Kipling (1865-1936), al quale è seguito The second jungle book (1895).
Un bambino, Mowgli, è allevato dagli animali della giungla, della quale impara le leggi che vi regolano la convivenza, fino a quando, divenuto un ragazzo e innamoratosi di una fanciulla, decide di tornare tra i suoi simili.
Il romanzo venne adottato dal fondatore dello scoutismo, R. Baden-Powell (1857-1941), in accordo con Kipling, come ambiente fantastico in cui organizzare l'attività scout per i bambini dagli 8 agli 11 anni, che formano i branchi dei lupetti e delle coccinelle.
Approfondimento di Riccardo Capoferro, da Kipling, Rudyard, Enciclopedia dei ragazzi
§ Nel cuore della giungla L’idea della legge è centrale anche nei Libri della giungla, una serie di racconti per ragazzi per lo più incentrati sulla figura di Mowgli. Allevato dai lupi ed educato dalla pantera Bagheera e dall’orso Baloo, il cucciolo d’uomo apprende la legge della giungla e impara l’arte della sopravvivenza, scaltrendosi al punto da sconfiggere la feroce Sherekhan, una tigre che da anni lo minaccia e che si aggira nella giungla seminando terrore.
Nei Libri della giungla la legge consiste nell’insieme di convenzioni sociali che tengono unito il mondo animale. «Questa è la legge della giungla, antica e vera come il cielo: e il lupo che l’osserva prospera, mentre il lupo che l’infrange deve morire. Come la liana che avvolge il tronco dell’albero, la legge tutti ci cinge. Poiché la forza del branco è il lupo, e la forza del lupo è il branco». Così recita una delle tante ballate che introducono i racconti. Mowgli scopre a sue spese che trasgredire la legge significa rischiare la vita. Ma scopre anche che nel mondo degli animali è l’unico a poterla padroneggiare interamente perché possiede un’intelligenza superiore.
I Libri della giungla sono volumi pedagogici; non diversamente dal Fardello dell’uomo bianco, invitano i giovani lettori ad accettare gli obblighi imposti dalla società e i lati più spiacevoli dell’esistenza. Sono, però, costruiti come una favola e trasportano in un mondo fantastico, abitato da animali che conoscono tutto della vita, anche se privi d’intelletto. Un mondo sul quale Mowgli non vorrà esercitare il suo diritto al dominio, perché si è innamorato e vuole tornare tra gli uomini; ma anche perché sente ancora il canto di Kaba Nag, il vecchio elefante: «Voglio ricordare quello che fui; sono stanco di pastoie e catene... Voglio ricordare la mia forza antica e la mia vita nella foresta... Voglio ritrovare i miei perduti amori, e i miei compagni senza padroni!».