Uomo politico statunitense (Shadwell, Virginia, 1743 - Monticello, Virginia, 1826). Sostenne la ribellione delle colonie americane contro la Gran Bretagna, redigendo la Dichiarazione d'indipendenza (4 luglio 1776). Governatore della Virginia (1779 e 1780), promosse la colonizzazione dei territori dell'Ovest. Segretario di Stato (1789), fu fautore di una federazione decentrata, di un'economia a base agraria e di una politica di isolamento dall'Europa, scontrandosi con A. Hamilton e ponendo le basi del Partito repubblicano. Presidente dal 1801 al 1809, nel 1803 acquistò dalla Francia la Louisiana.
Di famiglia di proprietarî terrieri, compiuti gli studî fece pratica legale presso G. White, avvocato famoso e più tardi suo collaboratore. Entrato nella vita politica, se non fu mai grande oratore, si impose presto come uno dei capi del movimento indipendentista contro l'Inghilterra, e fu l'autore di quella Dichiarazione d'indipendenza che il Congresso adottò il 4 luglio 1776, ispirata all'idea che gli USA dovessero essere, oltre che indipendenti, ordinati socialmente e politicamente a democrazia. Ritiratosi dal Congresso e recatosi in Virginia, ne fu due volte (1779 e 1780) governatore e attuò riforme profonde; ma, di fronte all'invasione inglese, non si mostrò ugualmente dotato come uomo d'azione. Fautore di una politica di intensa colonizzazione dei territorî dell'ovest, fece anche parte della commissione che negoziò trattati commerciali coi maggiori stati d'Europa, pur non condividendo una politica di impegno commerciale, e vagheggiando l'ideale di una grande democrazia rurale. Ministro presso la corte di Francia (1785-89), mentre al contatto con i circoli illuministici e radicali rafforzò le sue antiche concezioni democratiche, si convinse maggiormente della necessità, nel difficile equilibrio europeo minacciato da rivoluzioni e da guerre, di mantenere una stretta neutralità. Assunta nel 1789, con l'ufficio di segretario di Stato, la direzione della politica estera, venne a trovarsi ben presto in contrasto con A. Hamilton, che era favorevole a un riavvicinamento con l'Inghilterra e insieme a un regime accentrato, con indirizzi mercantilistici, mentre invece J. propugnava una federazione decentrata e un'economia agganciata a interessi agrarî, con chiare simpatie per lo sforzo rivoluzionario della Francia. La tendenza popolare, che prese a chiamarsi repubblicana, ebbe allora il suo giornale nella National Gazette, fondata da Jefferson. Ma questi, sentendo troppo soverchianti nel governo gl'interessi dei conservatori, si ritirò dal suo ufficio, e tornò in Virginia, capo riconosciuto dell'opposizione repubblicana. Eletto vicepresidente della Confederazione nel 1796, presidente nel 1801, tentò, con entusiasmo, di realizzare la sua America agraria e semplice, isolata economicamente e spiritualmente dall'Europa; ma in realtà la politica agraria non poteva prescindere dai mercati europei, così come non frenava il suo espansionismo verso i territorî europei del Nuovo Mondo; al governo di J. gli Stati Uniti dovettero l'acquisto della Luisiana dalla Francia (1803). Deciso a tenersi fuori dalle contese europee, volle però protetti gl'interessi commerciali americani con misure antinglesi, provocando il famoso Embargo Act (1807), che però si ritorse in danno gravissimo, onde fu ritirato (1809). Con questo insuccesso chiudeva la sua carriera politica. Infatti, finito il suo mandato, si ritirò nella Virginia, scrivendo la sua autobiografia e dedicandosi a organizzare l'università a Charlottesville. La costruzione dell'università lo occupò anche come architetto. È sua la pianta dell'università con le due ali porticate che congiungono i varî edifici alla biblioteca. Costruì anche il Campidoglio della Virginia, in stile anglopalladiano.