Uomo politico e generale corinzio (400 circa - 336 a. C.). Stratega di Siracusa, molti anni dopo aver liberato la città (365) dalla tirannide, comandò una spedizione (345) per aiutare i democratici di Siracusa contro il tiranno Dionisio II. Dopo la vittoria, difese poi con successo la città contro i tentativi di conquista sia dei Cartaginesi sia di altri tiranni siciliani, dedicandosi infine alla sua ricostruzione politica ed economica.
Nato da famiglia cospicua, liberò la patria dalla tirannide di Timofane, suo fratello (365), e poi, giudicato variamente dai suoi concittadini, si tenne per vent'anni lontano dalla vita pubblica. Fu a capo di una piccola spedizione corinzia mandata (345) per aiutare i Siracusani democratici, rifugiatisi a Leontini al ritorno di Dionisio II, e per porre fine all'anarchia in Siracusa e nell'isola. Quando i Cartaginesi inviarono in Sicilia una spedizione, Iceta, signore di Leontini, si accordò con essi, e s'impadronì di Siracusa, tranne che dell'isola di Ortigia dove si sosteneva ancora Dionisio. Ma T., presso Adrano, sbaragliò Iceta pur superiore di forze; dopo poco si arrese Dionisio, che fu in seguito mandato a Corinto. Intanto Iceta assediava con l'aiuto delle truppe cartaginesi i Corinzi che avevano occupato la rocca di Siracusa ed erano soccorsi da Timoleone. Questi allora, con aiuti inviati da Corinto e da varie città siciliane, attaccò Siracusa e se ne impadronì (343-42); mosse poi, dopo essersi accordato con Iceta, contro i Cartaginesi, che sbaragliò presso il fiume Crimiso (341 o 339). In seguito però dovette nuovamente lottare contro quegli stessi tiranni che prima avevano combattuto con lui contro lo straniero: Iceta di Leontini, Mamerco di Catania, Ippone di Messina e altri: tutti però, quando i Cartaginesi chiesero e ottennero la pace, restarono isolati e furono a uno a uno sconfitti, fatti prigionieri e giustiziati. Allora T. si diede all'opera di ricostruzione: riformò le leggi siracusane, istituì un'oligarchia moderata, affidò la direzione degli affari a un sinedrio di 600 membri, strinse in una lega Siracusa e le altre libere città greche dell'isola. Infine (337-36) lasciò la carica di stratega, morendo di lì a poco, circondato dalla stima di tutti.