tiourea Composto chimico, CH4N2S, detto anche tiocarbammide. Può esistere nelle due forme chetonica, H2NCSNH2, ed enolica, H2NC(SH)NH; quest’ultima prende anche il nome di pseudotiourea o isotiourea. Cristalli incolori, poco solubili in acqua. Si ottiene facendo reagire idrogeno solforato sulla cianammide (NCNH2+H2S⇄H2NCSNH2). Forma sali con acidi e basi e complessi con idrocarburi alifatici a catena ramificata e con cicloparaffine e per questo trova impiego nel frazionamento di miscele di idrocarburi nell’industria petrolifera; si può usare al posto dell’urea nella preparazione di materie plastiche; si usa anche come accelerante di vulcanizzazione per diverse sintesi organiche, nella preparazione di bagni di sviluppo in fotografia, come reagente analitico ecc. La t. è dotata di attività antitiroidea analoga a quella del tiouracile, composto chimico, di formula
detto anche t. ciclica; cristalli incolori, inodori, di sapore amaro, poco solubili in acqua. T. e tiouracile interferiscono con il metabolismo della tiroide. Il meccanismo d’azione si basa sull’elevata capacità di inibire la perossidasi che catalizza la tappa di iodazione nella sintesi degli ormoni tiroidei.