PAGANO, Tommaso
PAGANO, Tomaso (detto ‘Masillo’). – Compositore e organista nato a Napoli probabilmente intorno al 1630. Non si conosce alcun documento sui primi vent’anni della sua vita.
Secondo Prota-Giurleo (1958, p. 68, senza indicazione delle fonti) avrebbe studiato a Napoli con Giovan Maria Sabino, insegnante sia al Conservatorio di S. Maria dei Turchini sia alla Santa Casa dell’Annunziata, mentre Salvatore Di Giacomo lo ritrova tra i membri della Congregazione dei Musici della Città di Napoli fin dalla fondazione (avvenuta in S. Giorgio Maggiore nel 1649) e per il resto della sua vita (Manoscritti Di Giacomo, XVII). Pagano avviò una lunga carriera nella principale istituzione musicale di Napoli, subentrando come primo organista della Real Cappella nel 1659 a Filippo Coppola, nel frattempo designato a direttore della cappella (nel 1656 lo stesso Coppola gli era stato preferito come organista, giacché in quel periodo Pagano risultava «muy bueno» ma «fuera» dalla città; cfr. Maione 2005, p. 328).
Il 15 marzo 1684 divenne maestro di cappella «onorario» (al posto del dimissionario Francesco Provenzale) con incarico di «Maestro de Capilla actual de Camara» del viceré; e per un breve periodo, nel gennaio 1688, fu primo maestro della Real Cappella, in sostituzione di Alessandro Scarlatti (reintegrato tuttavia nel ruolo di direttore già l’11 marzo): «Il Sig. Contestabile Colonna, avendo considerazione alla puntualità e soddisfazione con cui ha servito da 30 anni a questa parte nella Real Cappella T. Pagano, e sta servendo al presente come organista, col titolo di M.ro di Cappella Onorario, gli fa grazia della proprietà della piazza di M.ro di Cappella che teneva A. Scarlatti» (Prota-Giurleo 2002, III, p. 349).
Tornato primo organista, Pagano – pur con assenze per malattia – restò in servizio come vice-maestro di Scarlatti fino alla morte, avvenuta il 27 giugno 1690; e stavolta a succedergli fu l’anziano Provenzale, riammesso nell’organico della Cappella con la stessa paga del predecessore (19 ducati al mese).
Tutte le composizioni superstiti di Tomaso Pagano sono conservate a Napoli nell’Archivio musicale dei Girolamini (ossia i padri Filippini), istituzione di cui fu probabilmente collaboratore, sebbene il suo nome non risulti nei lacunosi elenchi forniti da Di Giacomo. La più antica composizione datata è l’oratorio Maria Avvocata, o vero Il giuditio particolare a 5 voci (1681). Si possono datare a dopo il 1684 alcune composizioni che recano l’indicazione di «Maestro di Cappella della camera del Sig. Viceré»: gli oratorii a 5 voci Costantino: il vessillo della croce (con strumenti) e La ruina degli angeli, la cantata con violini A solo delli Morti, l’inconsueto oratorio a due soprani Angelo ed Anima, nonché l’oratorio a 4 voci Per l’Assunta della Beata Vergine e la cantata a 4 voci con strumenti Memoria d’Inferno, siglati come «maestro de honore de la Real Cappella»; mentre La fornace di Nabuc di Nasor, oratorio a cinque voci «del sig. Tomaso Pagano maestro di Cappella di Palazzo», risale sicuramente all’inizio del 1688, quando egli ebbe quell’incarico.
Pagano fu il più importante autore napoletano di dialoghi morali in musica, nella seconda metà del secolo, in un momento in cui la Casa filippina aveva introdotto in città il gusto per questa forma di oratorio per poche voci. Dei «dialoghi» od «oratorii» pervenuti – una ventina scarsa di partiture – non sopravvive alcun libretto a stampa: saranno stati in gran parte destinati all’uso privato nella cappella vicereale e a corte. I brani a voce sola con violini mostrano un’evidente analogia con composizioni di Cristofaro Caresana, collega organista nella Cappella reale. In ambiente filippino Pagano può aver avuto collegamenti con padre Antonio Nola: tra le numerose versioni del salmo Cum invocarem di costui, datate tra il 1676 e il 1701, una reca l’indicazione «tra le opere del sig. Tomaso Pagano» (Fabris, 1987, p. 436). Se lo stile delle opere superstiti di Pagano è in prevalenza piuttosto arcaico e dimesso, vi figurano nondimeno armonie complesse e interventi vocali e strumentali più moderni: questa singolare miscela lo accomuna ai compositori napoletani coevi, da Provenzale a Veneziano a Caresana, distinguendolo affatto dallo stile flamboyant del «romano» Alessandro Scarlatti.
Opere: oltre a quelle già citate si ricordano, tra gli oratorii: Giesù, Angelo e Morte, a 3 voci; La samaritana, a 4 voci; La vergine Maria Maddalena e Giovanni, a 3 voci; Morte di Maria SS., a 5 voci con strumenti. Dialoghi: Dialogo Christo ed Anima; Dialoghi in pastorale; Dialogo a 3: Redentione, Colpa e Adamo; Dialogo a 3 voci: Angelo, Anima purgante ed Huomo; Dialogo: Epulone nell’inferno, a 5 voci. Cantate e composizioni sacre diverse: Gioco de dadi: canzona spirituale a voce sola; Un cavalier famoso: canzona spirituale per soprano e basso continuo; Memoria di paradiso: cantata a 4; Cantata a 4 voci per la morte; Cum invocarem, salmo a 4 voci e basso continuo (altra versione); Nell’udir le querele, mottetto per soprano, 2 violini e basso continuo; O mortales properate, mottetto per alto, 2 violini e basso continuo.
Fonti e Bibl.: Napoli, Archivio storico del Banco di Napoli, Banco di S. Giacomo, giornale copia polizze di cassa, matr. 444 (26 settembre 1684); Archivio di Stato di Napoli, Cappellano maggiore, f. 1161 (27 giugno 1690); Napoli, Biblioteca nazionale, Manoscritti Di Giacomo, Mss. XVII.14, p. 69; XVII.20, pp. non numerate; C.A. De Rosa, marchese di Villarosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 133; S. Di Giacomo, Città di Napoli: Archivio dell’Oratorio dei Filippini, Parma 1918, pp. 74 s.; U. Prota-Giurleo, Francesco Provenzale, in Archivi, XXV (1958), p. 68; D. Fabris, Generi e forme della musica sacra a Napoli nel Seicento, in La musica a Napoli durante il Seicento, a cura di D.A. D’Alessandro - A. Ziino, Roma 1987, pp. 415-454; R. Cafiero - M. Marino, Materiali per una definizione di «oratorio» a Napoli nel Seicento, ibid., pp. 507 s.; The New Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVIII, pp. 894 s.; U. Prota-Giurleo, I teatri di Napoli nel secolo XVII, a cura di E. Bellucci - G. Mancini, III, Napoli 2002, p. 349; P. Maione, Il mondo musicale seicentesco e le sue istituzioni: la Cappella Reale di Napoli (1650-1700), in Francesco Cavalli. La circolazione dell’opera veneziana nel Seicento, a cura di D. Fabris, Napoli 2005, pp. 310 s., 310 s., 313, 315-317, 336, 338; D. Fabris, Music in seventeenth-century Naples. Francesco Provenzale (1624-1704), Aldershot 2007, pp. 122, 144, 224 s., 234.