toporagni elefante
Elefantini con i baffi
I Macroscelidei sembrano topolini con la proboscide e si possono vedere nelle foreste e nelle savane mentre attraversano le strade saltellando. Non si tratta di topi né di elefanti in miniatura ma di un ordine di Mammiferi a sé stante, esclusivo del continente africano.
Si nutrono prevalentemente di Insetti che cercano con i loro acutissimi sensi, usando anche le lunghe vibrisse del muso
L’ordine dei Macroscelidei comprende una sola famiglia (Macroscelididi) con circa 15 specie diffuse in tutti gli ambienti del continente africano, dai deserti rocciosi del Marocco alle savane erbose del Sudafrica, e perfino nelle foreste tropicali del Congo. Ovviamente, ogni specie predilige un certo tipo di ambiente e ha una propria dieta. In generale, però, si tratta di piccoli Mammiferi onnivori, che si nutrono di tutto ciò che trovano sul loro cammino, prevalentemente Insetti, Molluschi e vermi, ma anche bacche e semi.
Le specie viventi sono ripartite in 4 generi: Elephantulus è l’unico che raggiunge l’Africa settentrionale, sulle coste del Mediterraneo, Rhynchocyon vive nelle foreste tropicali, mentre Petrodromus e Macroscelides si trovano nelle savane. Il nome toporagni elefante viene dal fatto che un tempo questi animali venivano considerati una famiglia deviante di Mammiferi Insettivori, derivata dai toporagni (ricci, talpe e toporagni) e caratterizzata da un muso particolarmente lungo e flessibile. Quest’ultimo è una sorta di proboscide con cui gli animali esplorano i buchi nel terreno, le cavità tra le rocce e quelle dei tronchi. Secondo le ricerche più recenti, i Macroscelidei fanno parte di una linea evolutiva di Mammiferi originatisi in Africa e perciò detti Afroteri, come anche Proboscidati (elefanti), Iraci (procavie), Sireni (dugonghi e lamantini) e Tubulidentati (oritteropo).
A parte il muso allungato ed estremamente mobile, i toporagni elefante colpiscono per le loro orecchie sviluppate, gli occhi generalmente grandi e le zampe allungate, simili a quelle dei canguri. Olfatto, udito e vista sono particolarmente efficienti in questi animali che, come se non bastasse, possiedono anche organi tattili molto sviluppati, come i lunghi baffi (vibrisse) che percepiscono ogni movimento tra l’erba. Infatti debbono continuamente esplorare l’ambiente in cerca di piccole prede, ma contemporaneamente si mantengono in allerta per i numerosi predatori: gufi, genette, manguste e serpenti.
I toporagni elefante sono sia diurni sia notturni, con diversa frequenza a seconda delle specie. Nelle zone calde e aride entrano in attività nel tardo pomeriggio, quando il sole comincia a calare verso l’orizzonte. Guidando di sera lungo le piste che attraversano le savane, si possono vedere questi animaletti saltellare alla luce dei fari, con la coda sollevata, come canguri in miniatura. Nel genere Rhynchocyon le zampe sono particolarmente sviluppate e il piede porta soltanto tre dita, per aumentare la potenza dell’arto. Alcune specie sono piccole come topolini domestici, altre superano le dimensioni di un ratto. Differenze nella struttura del cranio e dello scheletro distinguono questi animali dai Roditori, dagli Insettivori e da tutti gli altri Mammiferi.
Si sa poco sulla vita sociale dei toporagni elefante. Secondo alcuni osservatori, sarebbero monogami (caso raro nei Mammiferi) e ciascuna coppia difende il proprio territorio: maschi contro maschi e femmine contro femmine. Ogni specie produce un diverso suono tamburellando il terreno con le zampe, forse per segnalare il territorio. Diversamente dai topi e dai toporagni, questi graziosi animaletti sono poco prolifici: la femmina di Rhynchocyon cirnei partorisce 1 o 2 piccoli dopo una gravidanza di circa 60 giorni. Questi sono già in grado di saltare subito dopo la nascita. In cattività, la vita dei toporagni elefanti dura circa 4 anni, ma questo record viene difficilmente raggiunto in natura a causa della forte predazione.