trascinamento tidale
L’attrazione gravitazionale della Luna e del Sole determina un rigonfiamento della Terra. Il pianeta reagisce però in ritardo alla forza attrattiva degli altri corpi celesti per la sua natura viscoelastica. Il rigonfiamento tidale non è dunque allineato con l’asse di attrazione maggiore e, tendendo sempre a riportarsi lungo la direzione Terra-Luna, genera uno sforzo permanente verso ovest, detto trascinamento tidale o mareale. Pur con la sua grande massa, ma per la maggiore distanza, il Sole determina una marea che è ca. 0,46 volte quella della Luna. La forza tidale è funzione della massa e inversamente proporzionale al cubo della distanza. Una delle conseguenze fondamentali del trascinamento tidale è il rallentamento della rotazione terrestre, che è di ca. 1,8 ms al secolo: ca. 400 milioni di anni fa un anno durava infatti 400 giorni. Il trascinamento tidale genera una diminuzione secolare della lunghezza del giorno (LOD, Length of the day), che subisce anche altri tipi di oscillazioni dovute a perturbazioni atmosferiche, al carico e scarico dei ghiacci, e a ogni altro agente che modifichi il momento d’inerzia. La decelerazione della rotazione dissipa un’energia che è stata calcolata in ca. 1026 erg/anno, una quantità maggiore di quella rilasciata dalla tettonica delle placche. Pertanto il trascinamento tidale è stato proposto come la sorgente energetica della tettonica delle placche, per essere poi abbandonato a causa dell’alta viscosità dell’astenosfera, che avrebbe generato un attrito troppo grande. Tuttavia, le asimmetrie geologiche e geofisiche in funzione della polarità geografica riconosciute negli ultimi anni corroborano l’influenza della rotazione terrestre sulla tettonica delle placche. Inoltre rimane incertezza sulla reale viscosità dell’astenosfera. Questo livello è stratificato e alla sua sommità, cioè alla base della litosfera, tra ca. 100÷200 km, potrebbe avere dei valori di viscosità sufficientemente bassi da permettere lo scollamento innescato dal trascinamento tidale.