Trentino-Alto Adige
Montagne e biculturalismo
La regione più settentrionale d’Italia, il Trentino-Alto Adige è in tutti i sensi una regione di confine. La sua popolazione è in parte di cultura italiana, in parte di cultura germanica e, per una più piccola quantità, di cultura ladina. Un sistema di autonomie politiche messo a punto dopo la Seconda guerra mondiale ha salvaguardato le differenze culturali senza compromettere – anzi aiutando – lo sviluppo socioeconomico della regione, che pure ha un ambiente geografico non facile. Nel processo di unificazione europea, il Trentino-Alto Adige si è venuto a trovare, così, un passo avanti rispetto a molte altre regioni
Il Trentino-Alto Adige è una delle regioni italiane alle quali è stata riconosciuta una forte autonomia fin dalla promulgazione della Costituzione della Repubblica. Il motivo dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige sta nel fatto che la sua popolazione è per circa un terzo di madrelingua tedesca, perché discende da genti germaniche che nel Medioevo si stanziarono a sud delle Alpi, rimanendo poi sempre in contatto con le popolazioni germaniche del Tirolo e dell’Austria, anche perché quasi tutta l’area fece parte per molto tempo dei domini dell’Impero asburgico. La popolazione di lingua tedesca è soprattutto presente nella provincia di Bolzano (che in tedesco è chiamata Südtirol «Tirolo meridionale»), dove costituisce circa i due terzi del totale.
Un’altra particolarità è nella formazione della regione, che fu unita all’Italia soltanto dopo la Prima guerra mondiale e, dopo la Seconda, fu riconosciuta regione a statuto speciale senza però che avesse una sua unità interna. In effetti, il Trentino (la provincia di Trento) per storia e popolamento era molto più simile e vicino al Veneto, tanto che in passato era chiamato Venezia Tridentina. L’Alto Adige o Tirolo meridionale, invece, aveva legami più stretti con il versante settentrionale delle Alpi.
Unire insieme le due aree ebbe l’effetto di ‘italianizzare’ la popolazione di lingua tedesca; dopo la Seconda guerra mondiale, al contrario, si volle garantire alla minoranza di lingua tedesca il rispetto della lingua e delle consuetudini locali; così, all’interno della regione autonoma, sia la provincia di Bolzano sia quella di Trento sono a loro volta autonome. La popolazione tedesca dell’Alto Adige/Südtirol è la maggioranza nella provincia di Bolzano, dove il tedesco è lingua ufficiale insieme con l’italiano, ma rappresenta appena lo 0,6% di tutta la popolazione dell’Italia. La soluzione scelta dalla Repubblica Italiana è stata molto rispettosa della specificità culturale altoatesina.
Tutto il Trentino-Alto Adige è considerato territorio montano: insieme con la Valle d’Aosta è l’unica regione italiana in questa condizione.
In effetti, le montagne occupano tutta la provincia di Bolzano, che è la più settentrionale ed è interessata dalla catena principale delle Alpi, con molte cime che superano i 3.000 m e qualcuna (Ortles) che sfiora i 4.000; alcuni importanti passi (Resia e soprattutto Brennero) mettono in comunicazione con il versante alpino settentrionale.
Anche la provincia di Trento è occupata da catene alpine secondarie (cioè non allineate lungo la catena principale) ma imponenti e molto elevate: a ovest i gruppi dell’Ortles, del Cevedale e del Brenta; a est le Dolomiti. Anche queste montagne superano spesso i 3.500 m di altitudine.
Tutta la regione, da nord a sud, è percorsa dalla valle dell’Adige e, in provincia di Bolzano, da quelle dei suoi affluenti Isarco e Rienza. La valle dell’Adige – chiamata anche Val Venosta a monte di Merano e Val Lagarina a valle di Trento – è molto ampia e consente un’utilizzazione agricola intensa; dal punto di vista paesaggistico, in alcuni tratti fa pensare a una vera e propria pianura, specie dove praticamente si unisce, a sud di Trento, con la larga valle del Brenta.
Anche il clima, ovviamente, risente della condizione montana della regione; da nord verso sud si ha una transizione dal clima alpino (rigido e con abbondanti nevicate e vasti ghiacciai permanenti) a quello continentale, a quello prealpino (più umido e temperato) e addirittura a un clima quasi mediterraneo in certe aree meridionali della valle dell’Adige e dei dintorni del Lago di Garda – dove infatti crescono gli olivi, tipicamente mediterranei.
Il Trentino, in particolare, è ancora molto ricco di boschi e di animali selvatici, e questo spiega anche l’estensione delle aree protette, con una gran parte del Parco nazionale dello Stelvio e molti parchi naturali regionali.
Il Trentino-Alto Adige è una delle poche regioni italiane – l’unica del Centro-Nord – in cui ancora la popolazione aumenta, grazie al fatto che le nascite sono più numerose delle morti. Il fenomeno è soprattutto accentuato nella provincia di Bolzano, dove tra la popolazione di lingua tedesca la natalità è molto più alta della media nazionale.
Nell’Alto Adige vive anche un’altra minoranza, i Ladini (in Val Badia e Val Gardena), che parlano una lingua romanza simile al friulano e soprattutto al reto-romancio che si parla nel cantone dei Grigioni in Svizzera.
La popolazione dell’Alto Adige si concentra specialmente nei fondivalle dove, oltre Bolzano/Bozen, le cittadine principali sono Merano/Meran e Bressanone/ Brixen; ma anche nelle aree più propriamente montane e nei centri minori si conserva una popolazione abbastanza numerosa, anche grazie al forte afflusso di turisti, sia d’estate sia d’inverno, che alimenta un’economia vivace.
In Trentino, la discesa verso valle della popolazione è più accentuata, anche se non ha formato grandi agglomerati oltre al capoluogo. Nelle aree interne, però, si registra una diminuzione di popolazione abbastanza preoccupante e moltissimi sono i centri abitati veramente minuscoli.
D’altra parte, per tradizione l’economia della regione si basa su un’agricoltura abbastanza ricca, quasi tutta concentrata in valle, dove si hanno produzioni rinomate come la frutta e il vino; sui pascoli di montagna, ancora utilizzati in funzione della produzione di formaggi di pregio; e sui boschi, che tuttora forniscono grandi quantità di legname.
Non c’è dubbio, però, che l’industria e i servizi costituiscano oggi la parte principale del sistema economico regionale, e che hanno sede nelle città: per l’industria, soprattutto a Bolzano (metallurgia, meccanica), a Trento (elettrotecnica), a Rovereto (tessile), e lungo un po’ tutta la valle dell’Adige (alimentari).
Un elemento che riequilibra molto, anche dal punto di vista economico, la differenza tra aree montane e aree di valle è il turismo. In tutto il Trentino-Alto Adige (ma soprattutto in Alto Adige) la presenza di turisti è veramente imponente. Si tratta prevalentemente di villeggianti, che trascorrono nella regione periodi di tempo abbastanza lunghi, specialmente l’estate, e poi di persone che praticano sport invernali: le stazioni invernali sono numerosissime e ben attrezzate. I turisti nella regione (e specialmente in provincia di Bolzano) sono soprattutto stranieri: austriaci e tedeschi. Questa è senz’altro una delle ragioni che consente ai piccoli insediamenti altoatesini di resistere meglio di quelli trentini.
Oltre al turismo di villeggiatura, comunque – dato che tutta la regione è ricca di belle testimonianze storiche e artistiche – è molto sviluppato anche il turismo storico-culturale. Le principali città hanno centri storici molto interessanti e monumenti notevoli (come il grande duomo di Trento); edifici religiosi di grande interesse si trovano un po’ in tutta la regione, e così pure i castelli medievali e rinascimentali. Dovunque, poi, migliaia di appassionati possono fare splendide escursioni, dalle più semplici alle più impegnative.