Vedi Trinidad e Tobago dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Trinidad e Tobago è uno stato insulare situato al largo del Venezuela, nell’arcipelago delle Piccole Antille. Più del 95% della popolazione vive sull’isola di Trinidad, dove sorge la capitale Port of Spain. Gli abitanti sono per lo più di origine indiana, africana e meticcia. Ciò si riflette, a livello religioso, nella presenza di fedi differenti: una maggioranza cristiana, consistenti presenze induiste e musulmane, ma anche fedi sincretiche di origine africana.
Le isole di Trinidad e Tobago, raggiunte da Cristoforo Colombo nel 1498, sono state sotto il dominio spagnolo fino al 1797, quando sono passate sotto il controllo britannico. Ottenuta l’indipendenza dal Regno Unito nel 1962, hanno adottato una Costituzione repubblicana nel 1976, attribuendo al presidente della Repubblica, eletto dal parlamento, le funzioni già svolte dalla corona britannica. L’assetto istituzionale prevede un sistema bicamerale: in senato si riuniscono 31 membri, mentre nella camera dei rappresentanti si riuniscono 41 deputati eletti ogni cinque anni. Dal marzo 2010 Kamla Persad-Bissessar, leader del People’s Partnership (coalizione composta da cinque partiti) ricopre la carica di primo ministro: è la prima donna a ricoprire tale incarico. Sul tavolo di lavoro ha trovato pratiche urgenti: la lotta alla criminalità organizzata e quella alla corruzione. I due fenomeni derivano dal traffico di cocaina, le cui rotte, tra le due Americhe, passano proprio dalle due isole caraibiche. Nel tentativo di porre un freno all’ondata di crimini collegati al narcotraffico, il 21 agosto 2011, il governo di Port of Spain ha decretato lo stato d’emergenza, rimasto in vigore per sei mesi.
Canada, Stati Uniti e Regno Unito sono i partner principali per i temi della sicurezza, in particolare per le operazioni antidroga e contro il riciclaggio di denaro. I tre stati occidentali rivestono inoltre un ruolo importante in ambito energetico, sia per gli investimenti diretti nell’industria del petrolio e del gas, sia come destinatari delle esportazioni. Trinidad e Tobago è il principale esportatore sudamericano di gas naturale e la sua economia è fortemente dipendente da tale risorsa che, unitamente al petrolio, costituisce circa il 40% del pil e l’80% delle esportazioni, ma contribuisce per solo il 5% all’occupazione. Grazie alle risorse energetiche, Trinidad e Tobago è uno dei paesi più sviluppati dell’area latinoamericana.
Sulla questione energetica poggiano anche le delicate relazioni con il vicino Venezuela. Nel 2003 i due paesi hanno siglato un accordo per l’esplorazione congiunta dei fondali della zona marittima di confine. Nel 2005, tuttavia, il Venezuela ha siglato l’accordo Petrocaribe con Cuba, Repubblica Dominicana e con la maggior parte dei paesi della comunità caraibica (Caricom). Trinidad e Tobago ne è stata esclusa, nonostante vanti un ruolo guida nella comunità. Così il Venezuela si è aggiudicato un’ampia fetta del mercato energetico a cui aspiravano anche le due isole. Dal canto suo, Trinidad e Tobago ha reagito avanzando il proposito di creare una rete infrastrutturale nell’area dei Caraibi orientali per rifornire Barbados, Saint Lucia, Dominica, Martinica e Guadalupe.