Uomo politico italiano (n. Cassano Magnago 1941). Fondatore della Lega lombarda (1984), guidò l'unificazione dei movimenti federalisti delle regioni settentrionali nella Lega Nord, di cui è stato segretario (dal 1989 al 2012). La sua linea politica ha oscillato tra il secessionismo della cosiddetta “Padania” e il federalismo. Eletto inizialmente senatore, è poi stato deputato dal 1992, e poi nuovamente senatore e deputato; ha aderito a varie alleanze di centrodestra promosse da S. Berlusconi ed è stato ministro per le Riforme istituzionali e devoluzione (2001-04) e parlamentare europeo (2004). È stato ministro senza portafoglio delle Riforme per il federalismo (2008-2011).
Fondatore della testata Lombardia autonomista (1982) e del movimento della Lega lombarda (1984), per il quale fu eletto senatore nel 1987, guidò e coordinò l'unificazione nella Lega Nord di movimenti federalisti delle regioni settentrionali. Divenutone leader, eletto deputato dal 1992, fu coinvolto nel 1993 in Tangentopoli. In vista delle elezioni politiche del marzo 1994 promosse un'alleanza con Forza Italia nelle regioni settentrionali, denominata Polo delle libertà. Dopo la vittoria riportata dallo schieramento di centrodestra, favorì la partecipazione del suo partito al governo formato in maggio da S. Berlusconi, che dopo pochi mesi, a dicembre, fu però messo in crisi proprio dalle dimissioni dei ministri leghisti. Parallelamente al sostegno dato al governo "tecnico" guidato da L. Dini (genn. 1995 - maggio 1996), B. maturò la convinzione che la politica delle alleanze su temi nazionali avrebbe minacciato l'identità del partito e decise di rilanciarne la connotazione strettamente nordista, adottando una linea separatista tesa al riconoscimento della cosiddetta Repubblica del Nord. Il successo riportato dalla Lega Nord nelle elezioni politiche dell'aprile 1996 (al di fuori dei due schieramenti aveva ottenuto il 10,1% della quota proporzionale alla Camera, 59 deputati e 27 senatori) indusse B. ad accentuare tale orientamento. Attestatosi su una linea apertamente secessionista e facendo uso di un linguaggio politico dai toni crudi e popolareschi, B. continuò a rivendicare nei mesi successivi l'indipendenza della "Padania" promuovendo a giugno la costituzione di un governo provvisorio e a settembre una manifestazione lungo il Po, terminata a Venezia con una simbolica proclamazione di indipendenza dei popoli padani. Di fronte al rischio di un crescente isolamento del suo partito, nell'ott. 1998, B. promosse, sostenuto dalla platea congressuale a Brescia, ancora un cambiamento di linea politica. Recuperata l'istanza federalista, egli sostenne la necessità di giungere a un accordo con altre forze politiche, gettando così i presupposti per un riavvicinamento allo schieramento di centrodestra, realizzatosi concretamente nell'alleanza elettorale ristabilita nelle consultazioni regionali dell'aprile 2000. Parallelamente, però, B. ha cercato anche di mantenere l'identità "nordista" del partito promuovendo l'attuazione di referendum per ampliare le competenze delle Regioni, mentre la sua propaganda ha assunto talvolta toni apertamente xenofobi. Dopo la vittoria dello schieramento di centrodestra nelle elezioni politiche del maggio 2001 e la formazione del governo presieduto da Berlusconi (giugno 2001), B. ha assunto la carica di ministro per le Riforme istituzionali e devoluzione. Eletto al Parlamento europeo nel giugno 2004, per incompatibilità, ha lasciato la carica di deputato italiano, ma già dal marzo un ictus cerebrale lo aveva costretto a un lungo periodo di riposo. Il ritorno sulla scena politica è avvenuto nel gennaio del 2005. Durante la campagna elettorale del 2006, è intervenuto pubblicamente, a sostegno di candidati leghisti. Eletto deputato, ha rinunciato al seggio mantenendo la carica al Parlamento europeo. Alle elezioni politiche del 2008 è stato rieletto deputato e nominato ministro senza portafoglio delle Riforme per il federalismo nel quarto governo Berlusconi, carica che ha ricoperto fino al novembre 2011, quando Berlusconi si è dimesso e il governo è caduto, sostituito da quello tecnico di M. Monti, a cui la Lega Nord insieme all'Italia dei Valori non ha dato appoggio, passando all'opposizione. Nell'aprile del 2012 si è dimesso dalla carica di segretario della Lega Nord a seguito di un'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la sua famiglia. Dopo le dimissioni è stato subito nominato presidente del movimento politico. Nel 2013 è stato rieletto alla Camera, nel 2018 al Senato e nel 2022 alla Camera.
In collaborazione con il giornalista D. Vimercati ha pubblicato Vento dal nord (1992) e La rivoluzione (1993).