Urbano VIII
Papa (Firenze 1568-Roma 1644). Maffeo Barberini, dopo una brillante carriera con incarichi diplomatici di primo piano sotto Clemente VIII e Paolo V (che lo fece cardinale nel 1607 e l’anno successivo lo volle vescovo di Spoleto, diocesi ove a lungo risiedette e alla quale rinunciò nel 1617), fu eletto papa dopo la morte di Gregorio XV (1623). Sostenitore convinto della suprema autorità della Chiesa, basò la sua azione sui decreti tridentini, riformando il clero regolare e secolare, ribadendo l’obbligo di residenza dei vescovi, potenziando l’Inquisizione (nel 1633 si svolse il processo contro Galileo, del quale egli si era mostrato in precedenza ammiratore), e condannando il giansenismo (1640, 1643). Rafforzò la Sacra congregazione de Propaganda fide, che nel 1633 stabilì la sua sede nella odierna piazza di Spagna in Roma. Mediò tra francesi e spagnoli nella questione della Valtellina (➔ Valtellina, guerra di) e intervenne diplomaticamente nella guerra di successione di Mantova. Riuscì ad annettere allo Stato pontificio il ducato di Urbino (1631) e realizzò numerose opere di fortificazione in Roma e nello Stato pontificio (per es. nel porto di Civitavecchia). Nel 1641 si lanciò nella guerra di Castro contro il duca di Parma e Piacenza Odoardo Farnese: nel 1644, dopo un inutile e costosissimo conflitto, un accordo di pace riconobbe al Farnese i suoi diritti sul ducato laziale conteso. Fu collezionista d’arte e promotore di una straordinaria fioritura artistica a Roma (basti ricordare il baldacchino di Bernini e il monumento funebre di U. in S. Pietro). Papa nepotista, alla sua morte i familiari furono costretti a lasciare Roma per un lungo esilio onde evitare ritorsioni.