VERRA, Valerio
Storico della filosofia, nato a Cuneo il 19 febbraio 1928. Dal 1964 professore di Storia della filosofia nella facoltà di Magistero dell'università di Trieste, dal 1968 nell'università di Roma ''La Sapienza'', dal 1992 nella facoltà di Lettere e Filosofia della Terza università di Roma. È membro del comitato direttivo della Internationale Hegel Vereinigung e dell'Institut international de philosophie; socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei dal 1988, è dal 1992 Socio nazionale; è stato membro (1981-94) del Comitato nazionale di consulenza del CNR per le Scienze storiche, filosofiche e filologiche - gruppo di Storia della filosofia; dottore honoris causa (1994) dell'università di Poitiers.
Allievo di A. Guzzo e L. Pareyson a Torino, e poi di H.G. Gadamer a Heidelberg negli anni 1954-58, si è dedicato all'analisi del pensiero moderno e contemporaneo, con la significativa eccezione degli studi su Dialettica e filosofia in Plotino (1963, 19933). La sua ricerca storica si è rivolta a due campi principali d'indagine, la filosofia classica tedesca e la filosofia contemporanea. Nell'ambito della prima V. ha curato l'edizione delle opere di S. Maimon (Gesammelte Werke, 7 voll., 1965-77), ha studiato il pensiero postkantiano (Dopo Kant. Il criticismo nell'età preromantica, 1957), soprattutto F.H. Jacobi e J.G. Herder (F.H. Jacobi. Dall'illuminismo all'idealismo, 1963; Mito, rivelazione e filosofia in J.G. Herder e nel suo tempo, 1966), ma anche F. Schlegel, J.G. Fichte, F.W.J. Schelling. Gli studi sull'ambiente postkantiano e romantico sono alla base di un'articolata ricostruzione interpretativa dell'opera di G.W.F. Hegel, a cui V. ha dedicato tra l'altro Introduzione a Hegel (1988) e un volume di saggi (Letture hegeliane. Idea, natura e storia, 1992), mentre la traduzione della Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, con le Aggiunte, è in corso di pubblicazione (vol. i, La scienza della logica, 1981). Nella lettura di Hegel, in alternativa a quelle tendenze interpretative contemporanee che privilegiano la produzione del giovane Hegel e il periodo romantico, e secondo le quali la Fenomenologia dello spirito sarebbe la sua ultima opera veramente significativa, V. ha rivalutato l'aspetto sistematico, topologico e filologico della ricerca sull'opera hegeliana: sistematico, in quanto innegabilmente Hegel, soprattutto nel periodo berlinese, insiste sul carattere non solo sistematico ma addirittura enciclopedico della sua filosofia; topologico, in quanto non si ritiene ermeneuticamente corretto isolare dal contesto alcune categorie per privilegiarle come unica chiave di lettura del pensiero hegeliano (per es., l'alienazione, la coscienza infelice e la stessa dialettica). Di qui l'aspetto necessariamente filologico, da intendersi in senso rigoroso e cioè non solo come ricostruzione accurata dei testi e delle loro fonti, ma anche come vera e propria indagine lessicografica del testo filosofico. Per quanto riguarda la filosofia contemporanea, l'attenzione di V. si è rivolta soprattutto alla dialettica (La dialettica nel pensiero contemporaneo, 1976), al nichilismo, all'ermeneutica, all'utopia e al pensiero italiano del dopoguerra (La filosofia italiana dal '45 a oggi, 1976, 19772).
Bibl.: P. Masciarelli, rec. a V. Verra, Letture hegeliane, in Hegel-Studien, 29 (1994), pp. 180-85.