Vangeli
La storia della vita di Gesù
I Vangeli furono scritti in greco tra la fine del 1° e l’inizio del 2° secolo d.C. e narrano la storia della vita di Gesù di Nazareth. La parola deriva dal greco euangèlion, che significa «buona notizia». Nei testi cristiani più antichi vangelo non indica un’opera scritta, bensì l’annuncio della salvezza portata da Gesù con la propria morte e la propria resurrezione o l’annuncio del regno di Dio
Dal 2° secolo in poi il termine vangelo indica un’opera scritta che narra la vita di Gesù e il suo insegnamento; in questa stessa epoca fu anche stabilito quali Vangeli fossero canonici, cioè risalenti all’insegnamento degli apostoli, mentre tutti gli altri Vangeli che circolavano furono definiti apocrifi (cristianesimo).
Secondo la tradizione della Chiesa di Roma i quattro Vangeli canonici furono scritti da apostoli di Gesù (nel caso di Matteo e Giovanni) o da persone vicine agli apostoli di cui raccolsero la testimonianza (nel caso di Marco e Luca). Tre Vangeli (Matteo, Marco e Luca) sono molto simili tra loro e per questo sono chiamati sinottici, un termine derivante dal greco e che significa «che si possono guardare assieme». I Vangeli sinottici sono quelli che conservano le tradizioni più vicine al Gesù storico: essi lo presentano come un predicatore che annuncia, con parole e miracoli, la venuta del regno di Dio sulla Terra e che proclama la sua predilezione per i poveri e i peccatori. Secondo gli studiosi il Vangelo più antico è quello di Marco, che fu usato come fonte da Matteo e da Luca accanto a un’altra fonte comune sulle parole di Gesù, chiamata Q (dal tedesco Quelle «fonte»), e ad altre tradizioni proprie di ciascun evangelista.
Al di là delle somiglianze, ogni Vangelo presenta tratti distintivi. Marco è il più antico Vangelo conservato (fu redatto attorno al 70): Gesù annuncia il regno di Dio in Galilea e poi a Gerusalemme, in conflitto con i Farisei e gli scribi. Gli stessi discepoli non comprendono il vero significato dei suoi insegnamenti prima della sua morte e della sua resurrezione. In Matteo, un Vangelo giudeo-cristiano composto attorno all’80, tutta la storia di Gesù è presentata come il compimento delle profezie dell’Antico Testamento (Bibbia), e la sua predicazione come il completamento della legge di Mosè (giudaismo). Luca scrive dopo il 70, presenta un greco migliore rispetto agli altri evangelisti e pone come tema centrale la misericordia di Dio verso l’uomo peccatore. Alcune celebri parabole di Gesù – come quella del Buon samaritano – si ritrovano unicamente nel suo Vangelo. Il Vangelo di Giovanni appare indipendente dagli altri tre e si configura come il più ‘filosofico’: l’autore pone l’accento sulla natura divina di Gesù, che identifica con il Lògos («parola», «discorso») di Dio che sta con lui dall’eternità e ha partecipato alla creazione del mondo (Giovanni 1).
Sia i Vangeli sia le fonti più antiche da essi utilizzate furono scritti diversi anni dopo la morte di Gesù e le sue parole e gli episodi della sua vita sono narrati alla luce della fede nella sua resurrezione e nella sua natura divina. Si dimostrano perciò importanti tutti quegli studi che cercano di ricostruire la vita di Gesù e tentano di stabilire quali insegnamenti siano stati pronunciati realmente dalla sua persona, durante la sua vita terrena, e quali invece siano da attribuire alla riflessione dei primi cristiani. In questa ricerca gli studiosi indagano anche i Vangeli cosiddetti apocrifi: alcuni di essi infatti – per esempio il Vangelo di Tommaso, scritto tra il 1° e il 2° secolo – conservano detti di Gesù che gli studiosi giudicano autentici o almeno antichi quanto quelli dei Vangeli sinottici.