Varese Città della Lombardia (54,84 km2 con 80.724 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. Sorge a 382 m s.l.m., in un pianoro circondato da colli su cui sorgono i sobborghi detti castellanze. Il nucleo urbano, con pianta a raggiera, si è sviluppato da un antico centro di pianta ovale, definito all’incirca dal canale di circonvallazione, oggi coperto, derivato dal torrente Vellone. Nel 20° sec. lo sviluppo demografico della città, conseguente all’erezione di V. a capoluogo di provincia (1927) e alla favorevole evoluzione della economia urbana, ha determinato l’estensione dell’abitato lungo le principali vie di comunicazione stradali: si è così accentuata la struttura stellare, ma non si è perso il tradizionale aspetto di città-giardino. Favorita dalla sua posizione al punto di confluenza di percorsi che dalla regione prealpina raggiungono la valle del Po e dalla disponibilità di forza motrice fornita dal fiume Olona, V. ha avuto un precoce sviluppo industriale. Tutti i settori sono ben rappresentati, con una certa prevalenza di quello manifatturiero, in particolare meccanico ed elettromeccanico, a cui si debbono aggiungere le più tradizionali industrie tessili e dell’abbigliamento, della concia delle pelli e calzaturiere, cartotecniche ed editoriali ecc. V., inoltre, è un importante centro commerciale e di attività terziarie. Le risorse paesaggistiche dei dintorni ne hanno fatto, soprattutto nei decenni passati, una frequentata località di villeggiatura.
Trae probabilmente origine da vicine stazioni palafitticole, ma se ne ha notizia solo nell’Alto Medioevo come modesto centro appartenente alla diocesi di Como; fece parte del contado di Seprio, divenendo borgo fortificato. Eretta a comune, sotto la giurisdizione dell’arcivescovo, a metà del 13° sec. ottenne una piena autonomia, pur rimanendo sempre sotto la protezione dell’arcivescovo di Milano. Ludovico il Bavaro fortificò la terra che passò poi in feudo di Lodrisio Visconti e, alla fine del 14° sec., di Facino Cane. Nel 1510 fu saccheggiata e incendiata dagli Svizzeri. Nel 1538 ottenne da Carlo V il privilegio di non venire infeudata, e così rimase fino a quando Francesco III d’Este l’ebbe da Maria Teresa (1765). Nell’età napoleonica fu creata capoluogo del dipartimento del Verbano, poi incorporata in quello del Lario (Como).
Lago di V. Si trova a O della città, ai piedi del Campo dei Fiori, a 238 m s.l.m. (profondità massima 26 m, lunghezza 8,5 km, larghezza media 1,5 km ca.). Fu importante centro di vita preistorica, con numerose palafitte e torbiere. Notevole la stazione dell’isola Virginia, con continuità di insediamento umano dal Neolitico al Bronzo.
Provincia di V. (1198 km2 con 884.876 ab. nel 2020). Comprende 138 Comuni. La densità di popolazione (742,87 ab./km2), molto elevata, è conseguenza della forte immigrazione che dal dopoguerra ha interessato la zona. Il sistema idrografico, notevole come patrimonio lacustre (7 laghi), conta invece solo corsi d’acqua a regime torrentizio, tranne il Ticino, che delimita un tratto del confine orientale. Mentre l’agricoltura e l’allevamento bovino hanno visto drasticamente ridimensionata la loro tradizionale importanza, la base economica della provincia è costituita dall’industria, che si distribuisce fra quasi tutti i centri, ma soprattutto a Gallarate, Busto Arsizio, Saronno, Somma Lombardo. L’industria tessile, un tempo molto sviluppata e fiorente, è stata in parte sostituita con altre attività secondarie (meccanica e metalmeccanica, chimica, alimentare, calzaturiera, dell’abbigliamento, della carta, della plastica) e in parte razionalizzata e potenziata. Molto sviluppato pure il settore terziario per la commercializzazione in Italia e all’estero delle produzioni locali. Attivo il turismo soprattutto nelle località prospicienti il Lago Maggiore e in alcuni comuni montani.
Varesotto Si indica con questo nome un territorio (700 km2 ca.) compreso nella provincia di V., costituito da tre zone nettamente distinte: una montuosa a N, di natura prevalentemente cristallino-dolomitica, che si estende dal confine svizzero alla linea pedemontana Laveno-V.-Viggiù; una centrale, collinosa, formata da dossi rocciosi quaternari emergenti da depositi morenici e alluvionali, e caratterizzata da alcuni laghetti glaciali; e una terza pianeggiante, costituita da tavolieri diluviali. Per quanto manchi al V. una vera unità geografica, sono comuni tuttavia alle sue diverse zone tradizioni del passato di natura socioeconomica, relative al frazionamento della proprietà agraria, al predominio della piccola azienda e ad alcune attività artigianali nel campo della produzione di minuterie metalliche e oggetti di arredamento.
Razza varesina Varietà pregiata di pecore di razza bergamasca, allevata nella provincia di V., prolifica e buona produttrice di lana.