Comune della Lombardia (37,12 km2 con 85.543 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. La città è situata a 201 m s.l.m. all’estremità meridionale del ramo occidentale del lago che da essa prende il nome, in una breve pianura limitata a E e a O da colline e montagne; gode di un peculiare ambiente bioclimatico, per l’azione regolatrice esercitata dal bacino lacustre. Antico nodo delle comunicazioni alpine e centro di lavorazioni tessili (dapprima laniere: oltre 10.000 addetti, con alcune manifatture che superavano le 500 unità, nel 15° sec.; poi seriche) e metallurgiche, con le conseguenti intense attività commerciali e finanziarie, Como, impostata sulla classica pianta romana a struttura ortogonale, ancora oggi riconoscibile nel nucleo storico, ebbe il suo sviluppo decisivo con la rivoluzione industriale, occupando l’intero spazio pianeggiante in direzione SE, con protendimenti lungo le principali vie per Milano e la Brianza, da un lato, e per la Svizzera, dall’altro.
La popolazione, che si era ridotta a soli 6000 ab. alla metà del 17° sec., risaliva oltre i 20.000 ab. prima dell’unità d’Italia, raddoppiando una prima volta nel 1911 (43.000 ab.) e una seconda nel 1961 (82.000 ab.), per raggiungere la punta massima di 98.000 ab. nel 1971, quando l’espansione edilizia coinvolgeva anche le pendici collinari. Dopo essersi manifestata già negli anni 1970, la tendenza al decentramento urbano è divenuta particolarmente vistosa nel decennio intercensuale 1981-91, durante il quale Como ha perduto circa 9500 ab. (–9,7%). La vera e propria conurbazione con il valico di frontiera di Ponte Chiasso, lungo la ferrovia per il San Gottardo e l’autostrada per Lugano, ha accentuato le funzioni di transito e terziarie in genere, pur creando notevoli squilibri nel commercio locale e determinando fenomeni di congestione del traffico.
Il settore industriale, accanto alla riconversione del ramo tessile (dalla seta alle fibre sintetiche), si è notevolmente diversificato, specie per quanto riguarda le produzioni meccaniche e chimiche (plastica, gomma), dell’abbigliamento e dei giocattoli. Importante anche il ruolo del turismo, che si avvale di un ottimo apparato ricettivo e della fitta trama relazionale (Como fu collegata alla prima autostrada italiana, la Milano-Laghi, già nel 1925).
A SO dell’abitato è la necropoli di Ca’ Morta con sepolture dalla fine dell’età del Bronzo, di cui molto numerose quelle pertinenti alla cultura di Golasecca (➔), che tra il 9° e il 5° sec. a.C. ebbe nel comense un suo centro propulsore. Conquistata nel 196 a.C. da Marco Claudio Marcello, Como divenne colonia con Cesare nel 59 a.C. (Novum Comum) e municipio durante l’Impero. Devastata dagli Unni nel 452 e nel corso della guerra gotica (535-53), fu restaurata da Narsete. Con i Franchi divenne centro di contea e crebbe progressivamente d’importanza per l’interessamento dei suoi vescovi, la cui autorità nell’11° sec. fu sostituita dal Comune. In lotta con Milano per il possesso del contado, Como seguì le parti di Federico I durante la lotta contro i Comuni. Al tempo di Federico II ebbero inizio le lotte tra i Vitani, guelfi, e i Rusca, ghibellini; nel 1303 la parte guelfa s’impadronì saldamente del governo cittadino; dopo una parentesi di dominio visconteo (1335-1402) nel 1408 i Rusca ebbero la città in signoria. Nel 1451 Como entrò a far parte, definitivamente, dello Stato milanese, nel quale continuò ad esercitare una funzione economica di primo piano, fondata sul commercio alimentato da una florida industria della lana (ricordata nel 14° sec., nel 1423 raggiungeva una produzione, di 12.000 pezze per i soli mercati del Mediterraneo orientale) e, dal 1510, sulla produzione della seta. Nel 1821 fu assediata e occupata dagli Spagnoli del marchese di Pescara. Seguì poi le sorti del resto della Lombardia, anche nell’età rivoluzionaria e napoleonica; durante il Regno Italico fu centro del dipartimento del Lario. Durante la prima guerra d’indipendenza, Como fu per breve tempo sotto un governo provvisorio, fino alla sconfitta di Novara (1849); nel 1859 venne conquistata dalle truppe di Garibaldi agli Austriaci e riunita poi al regno d’Italia.
Della città romana è rimasto qualche resto delle mura e della centuriazione originaria. Si conservano invece importanti monumenti romanici: S. Abbondio, S. Carpoforo, s. Giacomo, S. Fedele. Il Broletto, gotico, fu costruito nel 1215. Grandiosa la Porta Torre, costruita nel 1192. L’antica cattedrale fu rifatta a partire dal 14° sec., e presenta una grande varietà di stili; la cupola è di F. Juvarra.
Provincia di Como La provincia di Como (1279 km2 con 597.642 ab. nel 2020) comprende 148 comuni, tra i quali Campione, isola amministrativa in territorio svizzero sul Lago di Lugano. Il territorio è costituito da una sezione alpina (Val Menaggio e altre minori, confluenti da O nel Lago di Como, bacino nord-orientale del Lago di Lugano), da una sezione delle Prealpi Lombarde, inclusa fra i due rami meridionali del Lago di Como e comprendente anche i laghi di Montorfano, Alserio e Pusiano; infine, dalla porzione nord-occidentale della Brianza, con cui transita nell’alta pianura. La struttura insediativa è gerarchizzata dal sistema vallivo, con i centri maggiori (Cantù ed Erba, oltre al capoluogo) ubicati al margine della pianura e gli altri (fra cui Gravedona, Menaggio, Porlezza) allo sbocco dei corsi d’acqua nei due laghi principali.
L’economia della provincia si basa quasi esclusivamente sull’industria, in quanto le già scarse possibilità agricole sembrano del tutto compromesse dall’esodo rurale. Una certa importanza ha l’allevamento bovino, esercitato in moderni e razionali impianti. Nel complesso, l’apparato economico presenta segni di invecchiamento delle strutture, in particolare nei comparti della trasformazione industriale, anche se non mancano significative forme di riconversione e riqualificazione dei processi produttivi e delle funzioni di servizio. Como rimane comunque nettamente al di sopra della media nazionale per quel che riguarda il reddito pro capite e si colloca ai primi posti fra le province italiane a maggior prodotto industriale, pur in presenza di forti ondate di crisi occupazionale che hanno colpito soprattutto i comparti produttivi di stampo tradizionale. Fra i più vecchi settori di specializzazione, quello tessile, per fare fronte alla crescente concorrenza dei paesi in cui il costo del lavoro è più basso, ha avviato processi di riassetto basati su una forte selezione e riconversione della forza lavoro, sullo sviluppo dell’innovazione e su forme crescenti di internazionalizzazione produttiva e commerciale. Tali processi hanno richiesto nuove strategie relazionali, nel quadro dell’affermazione di nuovi, spesso instabili, mercati di approvvigionamento di materie prime (gran parte della seta greggia utilizzata nel Comasco proviene dalla Cina), e hanno comportato il trasferimento di imprese all’estero, l’acquisizione di società straniere e, in particolare, il riassetto, su scala internazionale, delle funzioni commerciali. Attive l’industria dei mobili (Brianza), alimentare, siderurgica, meccanica e chimica. Il movimento turistico è favorito dalle bellezze naturali, dal clima mite e dall’efficienza delle attrezzature: centri principali sono Bellagio, Menaggio e Cernobbio.
Per il Lago di Como ➔ Como, Lago di.