Famiglia di marmorarî romani, attivi nei secc. 12º-13º, esponenti significativi dell'arte cosmatesca. Documentata intorno alla metà del sec. 12º con la tomba (distrutta) del card. Guido in SS. Cosma e Damiano, la bottega dei V. primeggiò a Roma soprattutto a partire dal 1200 circa, quando un Pietro V. firmò con Niccolò d'Angelo il monumentale candelabro per il cero pasquale di S. Paolo fuori le Mura, nel quale notevole è anche la parte plastica con figure derivanti dal repertorio romano e paleocristiano. Molti sono i frammenti di opere che recano la firma V. conservati in chiese romane (S. Saba, S. Croce in Gerusalemme, S. Pudenziana) e tra questi si distingue il bellissimo leone stiloforo nel portico della chiesa dei SS. Apostoli; firmata era anche la base del candelabro pasquale nel vecchio S. Pietro, ora perduta. Capolavoro dei V. è il chiostro di S. Giovanni in Laterano, nel quale le forme sono animate dallo scintillante colore dei mosaici e degli intarsî marmorei: terminato poco dopo il 1230, un'iscrizione lo dichiara opera di Vassalectus e di suo padre (Pietro?). Per analogia di stile sono attribuiti ai V. l'ala nord del chiostro di S. Paolo fuori le Mura e la decorazione dell'atrio, nonché i capitelli della navata, di S. Lorenzo fuori le Mura. L'ultima produzione della bottega (1260 circa) è attestata nella cattedrale di Anagni con il trono papale, che reca sul retro la firma Vasaleto de Roma, e il ricco candelabro pasquale.