Vaticana Fragmenta Opera della giurisprudenza postclassica romana, probabilmente occidentale, così denominata in quanto nella Biblioteca Vaticana ne furono rinvenuti, nel 1821, dal cardinale A. Mai 341 frammenti, raggruppati sotto diverse rubriche e concernenti il diritto privato. Essi costituiscono però solo una parte dell’opera originale, di cui non è per questo possibile arguire l’impianto complessivo. I V. comprendono sia passi dei giuristi classici Papiniano, Paolo e Ulpiano, sia costituzioni imperiali tratte dai codici Gregoriano ed Ermogeniano, ma non dal Teodosiano; il che ha fatto ragionevolmente supporre che la composizione risalga a un’epoca precedente a questo, e quindi al 4° sec. (se non addirittura ai primi decenni di esso, quando sull’Impero regnava Costantino, posto che l’ultima costituzione figurante nei frammenti, e risalente al 369-372, sia, come ritiene T. Mommsen, frutto di un’aggiunta successiva). L’opera rappresenta un utile strumento per la conoscenza del diritto romano della decadenza; in particolare, diverse leggi imperiali del 4° sec. che nel codice Teodosiano si leggono soltanto in forma sunteggiata, sono qui riportate in forma più estesa, presumibilmente vicina a quella originale.